Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
e, p.c.
Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato
La USB Pubblico Impiego INPS, organizzazione sindacale che è seconda per rappresentatività all’interno dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, con la presente intende rappresentare il profondo stato di disagio che si vive nell’Ente per le vicende che riguardano i vertici dell’Istituto e per la mancanza di un proficuo controllo gestionale che ha ripercussioni sui servizi erogati, danneggiando l’immagine dell’Istituto stesso.
Il prof. Tito Boeri e il dott. Massimo Cioffi sono stati nominati rispettivamente presidente e direttore generale dell’INPS in carenza dei requisiti previsti dalle norme di legge.
L’art. 3 del Decreto Legislativo 30 giugno 1994 N. 479, come modificato dall’art. 7, comma 7, lettera b) del Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78, stabilisce che “Il presidente … è scelto in base a criteri … di qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell’Ente ... “. Il prof. Boeri a quanto è dato sapere non può vantare precedenti esperienze professionali riguardanti l’esercizio di funzioni nel campo delle materie di interesse dell’Istituto.
L’art. 8 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970 N. 639, come modificato dall’art. 12, comma 3 della Legge 9 marzo 1989 N. 88, stabilisce che “Il direttore generale è scelto tra i dirigenti generali dell’Istituto ovvero tra esperti delle discipline attinenti ai compiti dell’Istituto stesso … “. Il dott. Massimo Cioffi prima di essere nominato direttore generale dell’INPS era capo del personale dell’ENEL e non può essere considerato in alcun modo, anche per sua stessa ammissione, esperto di materie attinenti ai compiti dell’Istituto.
Da informazioni pubblicate sulla stampa nazionale si è appreso che il prof Boeri e il dott. Cioffi al momento della nomina a presidente e direttore generale dell’INPS risultavano in conflitto d’interessi. A febbraio di quest’anno alcune testate giornalistiche hanno pubblicato diversi articoli nei quali è stata portata in evidenza un’indagine della procura di Nocera per un’evasione contributiva di 40 milioni di euro a carico dell’ENEL per esodi incentivati gestiti dall’allora capo del personale Massimo Cioffi. Dopo la pubblicazione della notizia sull’indagine, il direttore generale si è sospeso dall’incarico per un mese. Lo scorso 1° novembre sempre sulla stampa nazionale è stata riportata la notizia di una probabile truffa ai danni dell’INPS perpetrata dal Gruppo Editoriale l’Espresso tra il 2011 e il 2015 riguardante cassa integrazione, esodo e prepensionamenti. Alcuni dirigenti di società del gruppo sarebbero stati demansionati a poligrafici per accedere al prepensionamento. Società del gruppo, poco prima di dichiarare lo stato di crisi, avrebbero assunto personale da altre aziende dello stesso Gruppo Editoriale l’Espresso per beneficiare della cassa integrazione. Il presidente del Consiglio d’Amministrazione del Gruppo l’Espresso è l’ing. Carlo De Benedetti, che è anche presidente della Fondazione Rodolfo Debenedetti della quale il prof. Tito Boeri è direttore scientifico, attualmente in aspettativa dopo la nomina a presidente dell’INPS. Il prof Boeri è stato anche editorialista di “la Repubblica”, quotidiano di proprietà dello stesso gruppo editoriale guidato da De Benedetti. Sempre dalle notizie pubblicate il 1° novembre si apprende che l’INPS non ha attivato alcuna attività di controllo sulle aziende del Gruppo l’Espresso oggetto di dettagliate e riscontrate missive anonime che hanno segnalato le presunte illegittimità. L’Istituto di previdenza, su indicazione del presidente, si sarebbe limitato a girare il problema al Ministero del Lavoro in quanto soggetto istituzionale che autorizza la cassa integrazione. Tuttavia l’Ente di previdenza potrebbe attuare autonomamente indagini ispettive sui prepensionamenti. Risulta, quindi, piuttosto palese il conflitto d’interessi del prof. Boeri, in quanto presidente dell’Istituto che dovrebbe indagare sulle presunte illegittimità commesse dal Gruppo Editoriale l’Espresso a cui è professionalmente legato.
Le due vicende di cui sono protagonisti, consapevoli o meno, il presidente e il direttore generale dell’INPS, gettano un’ombra sull’immagine pubblica dell’Istituto di previdenza e lo proiettano costantemente all’attenzione dei media, mortificandone il ruolo e la funzione sociale.
Si è costretti ad aggiungere che nei ventuno mesi di governo dell’INPS da parte del prof. Tito Boeri, la scrivente organizzazione sindacale ha più volte segnalato episodi di scarsa trasparenza che in alcuni casi sono stati oggetto di rilevi da parte della Corte dei conti e/o del Ministero del Lavoro. Ci riferiamo, per esempio, all’assunzione di una portavoce con una spesa di 80mila euro l’anno, alla proposta di rimborso dell’alloggio per il direttore generale, alla nomina del prof. Pietro Garibaldi alla guida dei VisitInps scholars. Il prof Garibaldi ha fondato con il prof. Boeri il sito di economia “lavoce.info” ed è componente del Comitato scientifico della Fondazione Rodolfo Debenedetti, quindi una conoscenza non casuale con il presidente dell’INPS. Risulta, inoltre, che il prof. Garibaldi abbia anche presentato domanda per ottenere l’incarico di dirigente nell’OIV INPS, l’organismo indipendente che deve misurare e valutare la performance.
Oltre a quanto appena evidenziato, ci sono due episodi che hanno particolarmente colpito la scrivente organizzazione sindacale. Il primo riguarda l’incarico di dirigente non generale in base all’art. 19, comma 6, del Decreto Legislativo 165/2001, attribuito alla dott.ssa Maria Cozzolino, già collaboratrice del Ministro Padoan e componente del Comitato scientifico dei VisitInps scholars. L’incarico riguarda il “Coordinamento delle analisi e degli studi in materia statistica ed economica” e non si comprende perché non sia stato attribuito ad un professionista del Coordinamento Statistico Attuariale dell’INPS, con un conseguente risparmio di risorse economiche ed un più razionale utilizzo delle professionalità già esistenti all’interno dell’Istituto. Inoltre, ancor prima che la selezione fosse compiuta, all’interno dell’INPS il nome della vincitrice era dato talmente per scontato che qualcuno è arrivato ad inviarsi preventivamente una mail con il nominativo della dott.ssa Cozzolino. Il secondo episodio riguarda l’attribuzione dell’incarico dirigenziale di Capo dell’Ufficio Stampa dell’INPS. In questo caso la selezione è stata annullata quando già risultava il nome del vincitore, perché, da quello che si è riusciti a sapere, non sarebbe risultato gradito al presidente dell’INPS. Dopo una lunga, dispendiosa ed elaborata procedura selettiva, l’esito è rimasto così top secret, come se la selezione non fosse mai avvenuta. Il 30 aprile di quest’anno sulla stampa nazionale è uscito un articolo nel quale si afferma che, successivamente alla selezione a cui si è accennato in precedenza, il prof. Boeri ha contattato la società SIGNIUM per appaltare al costo di 50mila euro la ricerca di un “Responsabile Media Relations”. Sono episodi inquietanti, che vanno in direzione decisamente opposta all’esigenza di assicurare all’INPS una gestione e un governo trasparenti e imparziali.
La riorganizzazione dell’Istituto, che il presidente sta attuando a colpi di determinazioni che travalicano il quadro normativo di riferimento, è un ulteriore elemento di destabilizzazione. Il CIV dell’INPS è arrivato a presentare ricorso al TAR del Lazio contro il Regolamento d’Organizzazione voluto dal prof. Boeri, un caso mai accaduto in precedenza. Il presidente sta cercando di rafforzare i suoi poteri decisionali, già ampi a seguito della soppressione del Consiglio d’Amministrazione decisa con il Decreto Legge 78/2010. I rapporti con il direttore generale sono ai ferri corti, innanzitutto perché il prof. Boeri avrebbe probabilmente auspicato che il dott. Cioffi avesse rassegnato le dimissioni a seguito della notizia dell’evasione contributiva da parte dell’ENEL. Ma c’è di più. Nell’ultimo periodo i rapporti sono ulteriormente peggiorati per le continue incursioni del presidente nella gestione dell’Ente e per il tentativo di sottrarre competenze al direttore generale nel processo di attribuzione degli incarichi dirigenziali.
La conseguenza di tutto questo è una situazione di stallo generale e una perdita di funzionalità a livello operativo. I tempi medi di liquidazione delle pensioni, ad esempio, si sono dilatati e si avverte in modo palpabile la mancanza di un indirizzo politico e di una guida gestionale. I dirigenti dell’Istituto navigano a vista, senza più punti di riferimento, con l’angoscia di vedersi sostituiti da dirigenti esterni, eventualità che il presidente ha richiamato più volte negli incontri con la dirigenza.
L’INPS è una macchina complessa e per funzionare al meglio ha bisogno di un organo politico e di un organo gestionale estremamente competenti, che dialoghino tra loro e che mettano davanti a tutto il buon funzionamento dell’Istituto nell’interesse dei cittadini utenti.
Alla luce di quanto fin qui esposto, la USB Pubblico Impiego INPS chiede la rimozione del prof. Boeri e del dott. Cioffi dai rispettivi incarichi di presidente e direttore generale dell’INPS, la nomina di un Commissario straordinario e di un direttore generale realmente competenti in campo previdenziale e che abbiano maturato esperienza nelle funzioni esplicate dall’INPS come previsto dalle norme, in attesa che sia rivista al più presto la governance per assicurare all’Ente un governo collegiale e ristabilire le precise competenze degli organi. La decisione di affidare il governo dell’INPS ad un organo monocratico, prevista dal Decreto Legge 78/2010, è risultata fallimentare.
Si coglie l’occasione per sollecitare il Governo e il Parlamento all’emanazione di un provvedimento legislativo che permetta all’INPS di procedere nei prossimi quattro anni ad assumere 6.000 nuovi dipendenti, assolutamente necessari per sostituire il personale che progressivamente sta lasciando il servizio per pensionamento e per procedere all’avvio di un concreto ricambio generazionale. Senza questo intervento, che oggi può apparire eccessivo a chi non ha conoscenza della situazione reale, sarà impossibile per l’INPS continuare a svolgere le proprie funzioni.
Roma, 7 novembre 2016
p. USB Pubblico Impiego INPS
Luigi Romagnoli