Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

TRASPORTI

Vertenza CSTP: USB convocata dal Prefetto di Salerno

Salerno,

 

 

 comunicato stampa

 

 

Paolo De Matteis: “il nostro obiettivo è fermare la liquidazione del CSTP”

 

In seguito allo stato di agitazione dei dipendenti di CSTP, mercoledì 11 luglio alle ore 12,30, il Prefetto di Salerno ha convocato l’Azienda CSTP e l’Organizzazione Sindacale USB per il tentativo di conciliazione ex art.2, comma 2, Legge n. 146/1990 come modificata ed integrata dalla Legge n. 83/2000.

 

La delegazione che si recherà in Prefettura, in rappresentanza dell’Assemblea permanente dei Lavoratori CSTP, sarà accompagnata dal dirigente sindacale RSA (rappresentante sindacale aziendale)  Paolo De Matteis insieme ad Ignazio De Rosa, dirigente della Federazione Provinciale USB di Salerno.

 

In queste ore è in discussione all’Assemblea permanente dei Lavoratori CSTP, un documento che si allega al presente comunicato stampa e che sarà uno dei punti del confronto che sindacato e azienda avranno nella sede della rappresentanza territoriale del Governo della Repubblica, mercoledì 11 luglio. All’incontro in Prefettura, devono responsabilmente partecipare tutti i proprietari/soci di CSTP, quindi tutti i sindaci e il Presidente dell’amministrazione Provinciale che detiene la quota di maggioranza relativa nonché  i quasi 45 milioni di euro (22,99%)  stanziati per il 2012 dalla Regione Campania per il TPL (trasporto pubblico locale)  della provincia di Salerno.

 

CSTP S.p.A. non è un’azienda in crisi di mercato: CSTP è un “bene comune” chiamato a gestire soldi pubblici per erogare servizi pubblici. La richiesta di TPL da parte della cittadinanza, sia essa residente che turista, è enorme ed è in continua crescita: ecco perché ogni tentativo di ridurre il “tempo di impiego” dei lavoratori (vedi contratti di solidarietà) è, insieme alla “propaganda” della ricapitalizzazione (visto anche gli ulteriori tagli miliardari decretati dal Governo agli Enti Locali), un palese artificio “aziendalista” per portare a compimento lo smantellamento di CSTP e i licenziamenti dei lavoratori.

 

USB auspica che negli annunciati e prossimi incontri di lunedì e martedì, gli assessori ai trasporti del Comune e della Provincia di Salerno, raggiungano impegni scritti che rispondano immediatamente e positivamente alle richieste dei lavoratori. Questi impegni potranno poi essere ratificati insieme al Prefetto di Salerno nella giornata di mercoledì 11 luglio.

 


7 luglio 2012 - Il Mattino

Cinque ore di paralisi del traffico per urlare la propria rabbia...

di Umberto Adinolfi

Salerno - Cinque ore di paralisi del traffico per urlare la propria rabbia contro l'ormai imminente «morte» della propria azienda: sit-in dei lavoratori del Cstp a piazza Luciani e su corso Garibaldi, con gli autobus che bloccano il Lungomare Trieste. È stata una giornata infernale quella di ieri per la mobilità. Prima lo sciopero di quattro ore dalle 9 alle 13 dei lavoratori del Cstp, poi il viaggio della speranza degli stessi a Napoli per presidiare la sede della Regione e chiedere sostegno. Infine - di ritorno a Salerno - l'esplosione della rabbia e il blocco del traffico, prima nella zona di via Roma e piazza Matteo Luciani, per circa due ore, poi con un sit-in al centro dell'incrocio tra via Cilento e corso Garibaldi, all'altezza delle Poste centrali. Il traffico è impazzito, restando bloccato fino alle 21 quando - dopo una lunga mediazione - il blocco è stato rimosso. Oltre trecento i lavoratori in piazza, insieme ai sindacati confederali e all'Usb, a reclamare certezze per il proprio posto di lavoro. Ma di buone nuove - all'orizzonte - non ce ne sono. Lunedì è previsto per le 11 un altro vertice presso la sede aziendale di piazza Luciani, cui parteciperanno Provincia, Comune e commissario liquidatore. Intanto però per la giornata odierna i lavoratori promettono altre forme clamorose di protesta, con il servizio pubblico che subirà notevoli ripercussioni. In piazza - a dialogare con i lavoratori - c'erano anche gli assessori al ramo di Provincia e Comune Luigi Napoli e Luca Cascone. Ed è proprio a quest'ultimo che i dipendenti hanno chiesto il ritiro dell'avviso pubblico di manifestazione d'interesse pubblicato in mattinata dal Comune. Una scelta sofferta quella del Comune, che arriva al termine di un lungo periodo di polemiche a distanza con Regione e Provincia. Ieri infatti sul sito del Comune è apparso questo avviso - scadenza 18 luglio - con il quale Palazzo di Città vuole verificare quali e quanti soggetti possano gestire il trasporto pubblico in città. Nel testo si parla chiaramente di un eventuale affidamento «limitatamente al periodo di tempo necessario per l'espletamento delle procedure di gara per l'affidamento del servizio». Insomma, per ora si tratterebbe di un servizio da gestire per pochi mesi, anche se con chiare prospettive future di una gestione sul lungo periodo. Il Comune - in merito - cita le norme europee in materia di trasporto pubblico, evidenziando come «l'autorità competente può prendere provvedimenti di emergenza in caso di interruzione del servizio o di pericolo imminente di interruzione», tenendo presente che il Cstp è una società in liquidazione. Il Comune offre un canone mensile di 451.694 euro (più Iva) per la copertura di 173.729 chilometri mensili. Il soggetto aggiudicatario dovrà fornire tale servizio per le linee urbane di Salerno. Una richiesta importante è quella relativa ai livelli occupazionali. «Occorrono per questa tipologia di servizio – si legge nell’avviso - 110 dipendenti, di cui 95 diretti e circa 15 indiretti». «Mentre Santocchio - ha aggiunto ieri De Luca in tv - continua a fare il provocatore, prendendo in giro i lavoratori, sento anche che vorrebbero trasferire il personale e l’azienda all’Eav che sta sprofondando nei debiti. In questo contesto noi dobbiamo prepararci a trovare per settembre qualcuno che venga a fare il servizio in città per non lasciare a piedi i cittadini». «Capisco i lavoratori - la reazione alla giornata del liquidatore Mario Santocchio - Senza stipendio e senza certezze, vorrebbero garanzie. Se viene meno anche questo ma individua anche il numero di dipendenti, è chiaro che cresce la loro ansia».