Nel corso dell’incontro svoltosi ieri in sede regionale ed avente ad oggetto il processo di riorganizzazione dell’area metropolitana, abbiamo purtroppo avuto conferma circa le intenzioni dell’amministrazione di procedere comunque e nonostante tutto al paventato e nebuloso riassetto territoriale dell’Istituto.
L’ultimo atto di una trasformazione epocale che tradendo un patto ormai generazionale e la stessa funzione sociale dell’Ente mira a distruggere definitivamente la previdenza, riducendo la stessa ad una tecnostruttura erogatrice di elemosine.
Detto processo al momento poggerebbe su di una fantomatica attività di “intelligence” congegnata come segue: il lavoro sarà ancora spacchettato per renderlo più vicino alle persone, nella stessa sede sono previste almeno 2 o 3 agenzie virtuali (oltre quelle già esistenti), le dinamiche di servizio mireranno ad effettuare ogni lavorazione in tempo reale, l’apertura degli sportelli dovrà essere incentivata per dedicarsi all’ascolto della utenza, la gestione del personale e le risorse strumentali saranno avocate presso la sede regionale, la regia forte dovrebbe poi prevedere un funzionariato “responsabile”.
L’impressione netta è che il tutto si riduca di fatto a una mera aggregazione di numeri e che in definitiva, tra soluzioni estemporanee e palesi improvvisazioni, non si abbiano in realtà le idee chiare. Tranne che su un dato: l’ottimizzazione prevede sfruttamento a tappeto delle risorse e flessibilità estrema. Senza peraltro tenere in alcun conto gli aumenti indiscriminati dei carichi di lavoro, l’organico ormai in caduta libera e lo stress al quale viene sottoposto quotidianamente il personale. Come la sicurezza. Bazzecole.
Questo è quanto bolle ora in pentola sul futuro dell’Istituto. In barba alla sua “mission”. Innovazioni senza senso che non portano da nessuna parte, se non alla frammentazione ulteriore dell’Ente ed all’abbattimento definitivo dello stato sociale.
Ma a chi importa?
Appena il caso di ricordare che il tutto nasce da una circolare palesemente illegittima, la n. 37/09 (figlia della determinazione n. 140/08), perché applicata unilateralmente.
Dopo aver ribadito la nostra ferma opposizione allo smantellamento progressivo in atto (osservazioni tacciate di essere solo politiche) abbiamo rammentato le nostre priorità:
· risultati della verifica circa l’andamento complessivo della sperimentazione open day al 30 giugno (ad oggi non ancora effettuata) e costi effettivi della “vetrina”;
· emergenze accertate riguardanti sia le sedi di Ostia e del Casilino, con proposta di eventuale rivisitazione dei CAP, che le agenzie di Anzio, Tivoli e Colleferro;
· definizione, sia pure in via provvisoria, della vertenza dei lavoratori ex Solco.
Su questi temi che toccano da vicino il personale c’è stato purtroppo l’ennesimo rinvio...
Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio