Se ne riparlerà dopo lo sciopero della CGIL. Il tentativo di mettere insieme tutte le organizzazioni sindacali dell’INPS per un’azione incisiva nei confronti dell’amministrazione per ora è naufragato. Sono intervenuti i veti di qualche federazione sindacale a bloccare ogni iniziativa, per non tirare la volata allo sciopero della CGIL, così almeno hanno giustificato l’esigenza del rinvio. Chissà perché invece lo sciopero della UIL non rappresenta un problema…
Siamo fieri di essere in un’organizzazione autenticamente indipendente, dalla quale non abbiamo mai ricevuto pressioni o condizionamenti rispetto all’attività sindacale di ente.
Appuntamento, quindi, se tutto va bene, al prossimo 30 giugno. Lasciateci dire che in questo modo si parte male. Non c’è tempo da perdere di fronte ad un’amministrazione arrogante, che convoca i sindacati solo per risolvere i propri problemi organizzativi o per adempiere ai necessari passaggi formali, come nel caso della decurtazione dell’organico.
A pochi giorni dall’adeguamento del buono pasto a 12 euro ancora i vertici non hanno firmato la dovuta delibera, ma si sono affrettati a cancellare il permesso banca. A tale proposito, vi invitiamo a leggere l’allegata lettera inviata in data odierna ai vertici dell’Istituto.
Ci si è affrettati a decurtare l’organico, ma nessuna risposta è arrivata ad oggi sullo scorrimento delle graduatorie delle selezioni interne, così come sulla certificazione del contratto integrativo 2009, mentre non è stata neppure avviata la trattativa per la costituzione del fondo di ente 2010 e per il relativo accordo integrativo.
C’è una dirigenza generale ripiegata su se stessa e sui propri privilegi, che mal sopporta l’effettiva trasparenza, tanto da avviare procedimenti disciplinari nei confronti di chi osa verificare la distanza abissale tra la propria retribuzione e quella del capo del personale o del direttore generale.
C’è un presidente che non risponde più a nessuno se non al governo, che l’ha nominato per sfruttare la gallina dalle uova d’oro rappresentata da un Ente che si vuole spacchettare, svendere, ridimensionare.
Di fronte a questa situazione dovremmo curarci dei veti di qualche federazione sindacale? Non c’è tempo e non lo riteniamo vincolante. Dopo la manifestazione nazionale del 5 giugno contro la scelta di far pagare la crisi ai lavoratori, dopo lo sciopero generale del pubblico impiego del 14 giugno contro la manovra economica del governo, che colpisce pesantemente i lavoratori pubblici, nei prossimi giorni promuoveremo iniziative interne all’INPS per contrastare un’amministrazione arrogante e antidemocratica. Poi il 30 giugno saremo presenti alla riunione sindacale, se si farà e se ci sarà la volontà di costruire una piattaforma comune con pari dignità.