A leggere il bando di concorso per 365 posti a C1 di analista di processo – consulente professionale, pubblicato sul sito dell’INPS, quello che balza subito agli occhi è che 30 punti su 90 saranno assegnati in base al possesso di determinati titoli.
Sarà questo a determinare la graduatoria e non le prove selettive, dichiara la USB Pubblico Impiego INPS, perché sia nelle prove scritte che in quella orale la differenza di punteggio tra i candidati probabilmente non sarà tale da annullare il divario che si determinerà nei titoli.
Sembra un concorso cucito su misura, peraltro su una figura professionale di cui l’INPS non ha bisogno. Nell’Ente di previdenza c’è necessità di un profondo ricambio generazionale e di massicce assunzioni, ma per liquidare le prestazioni, per assicurare i servizi e non per predeterminare nuove figure di coordinamento a cui riconoscere indennità e ruoli direttivi.
Indegno il mercato che si è scatenato intorno al rilascio della certificazione del livello B della conoscenza dell’inglese, attestato previsto come criterio obbligatorio per partecipare al concorso e che viene rilasciato a pagamento da istituti autorizzati.
Tra 200 e 1.000 euro il costo della certificazione, che viene rilasciata in giornata, basta pagare in moneta sonante. Boeri, da bravo economista, ha messo in moto il mercato, incurante di chi non ha mezzi finanziari.
USB ha chiesto l’annullamento del bando e la sua riproposizione allargando la partecipazione a tutti i giovani laureati, secondo le reali esigenze professionali dell’Istituto previdenziale.
Roma, 22 novembre 2017 USB Pubblico Impiego INPS