I lavoratori INPS del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e delle sedi di Ferrara e Ravenna, riuniti nell’assemblea indetta da CGIL, CISAL, USB presso la direzione regionale Veneto, a conclusione del dibattito ritengono prioritario proseguire nell’impegno di difesa delle funzioni dell’ente, in opposizione ai tentativi di esternalizzazione dei servizi e a scelte organizzative che tagliano fuori molti cittadini utenti dal rapporto con l’INPS obbligandoli a rivolgersi ad enti e soggetti privati quali patronati, consulenti del lavoro, enti bilaterali.
I lavoratori riuniti in assemblea evidenziano le ricadute negative dell’attuazione del nuovo assetto organizzativo sulle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’Istituto e sulla qualità dei servizi erogati, con grave ripercussione sulla produttività reale, imputando all’amministrazione precise responsabilità derivanti da scelte unilaterali e mancanza di dialogo e informazione negli osservatori relativi al nuovo modello organizzativo.
L’assemblea ritiene la vertenza sul mansionismo di primaria importanza, impegnando tutti i lavoratori a sostenerla come deciso nella specifica mozione approvata.
I lavoratori in assemblea rivendicano la piena applicazione dell’accordo di programma 2010-2012, a cominciare dai passaggi previsti con decorrenza 1° gennaio 2010, nonché la definizione di nuovi criteri per l’assegnazione delle posizioni organizzative e per la valutazione delle stesse, caratterizzati da oggettività e trasparenza.
L’assemblea respinge qualunque richiesta di aumento unilaterale della produttività per il 2011, minacciando il blocco della produzione se non si avvierà un immediato confronto sindacale a livello nazionale secondo quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro, chiedendo innanzitutto il pagamento dell’incentivo 2010 al 100% per tutte le sedi INPS.
I lavoratori riuniti in assemblea si danno appuntamento a Roma per una grande assemblea nazionale che riassuma la mobilitazione dei territori ed approvi una piattaforma rivendicativa da sostenere anche con il ricorso allo sciopero.
MOZIONE APPROVATA DALL’ASSEMBLEA CON DUE ASTENSIONI