In una settimana il ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, è riuscito ad offendere per ben due volte i lavoratori del pubblico impiego.
Nel corso della trasmissione “Anno zero” del 9 giugno, durante un collegamento dal Tribunale di Milano, dopo che due lavoratrici avevano sconfessato le dichiarazioni del ministro circa l’informatizzazione della Giustizia, denunciando la penuria di mezzi a disposizione, l’on. Brunetta ha accusato le lavoratrici di faziosità, affermando testualmente: “ma sono tutte di una parte sola, le avete scelte voi”, non potendo evidentemente confutare le dichiarazioni delle lavoratrici del Tribunale.
Il 14 giugno, intervenendo ad un convegno nell’ambito della “Giornata Nazionale dell’Innovazione”, alla richiesta di parola da parte di una signora della platea, una volta ascoltato che era un’esponente della rete dei precari della pubblica amministrazione, ha lasciato frettolosamente la sala dichiarando, allontanandosi: “Questa è la peggiore Italia, grazie, arrivederci”. Il ministro ha definito così dei precari iscritti alle agenzie di collocamento privato, in questo caso “Italia lavoro”, impiegati da anni nelle varie amministrazioni pubbliche, sfruttati in nome di quella politica di risparmio sugli organici che sta impedendo assunzioni tramite concorso pubblico.
Dopo le polemiche scaturite dal suo commento, rilanciato dalla rete nei vari siti, il ministro ha pubblicato sul blog, www.renatobrunetta.it, una versione dell’episodio assolutamente non corrispondente alla realtà, basta andarsi a vedere i video pubblicati in rete.
Non solo siamo di fronte ad un ministro che ha in spregio i lavoratori pubblici che non si mostrano accondiscendenti e supini, ma rivendicano il diritto ad esprimere il proprio punto di vista e chiedono rispetto per la propria dignità di lavoratori, l’on. Brunetta arriva addirittura a mistificare la realtà, stando almeno a quanto pubblicato in rete.
A ben guardare poi la “rivoluzione” della pubblica amministrazione attuata fin qui dal ministro, si scopre che i costi nella realtà non sono diminuiti bensì aumentati, perché è aumentato il ricorso alle esternalizzazioni di servizi, come dispendiose e poco funzionali sono apparse le rilevazioni “emoticon”, fortemente volute dal ministro. Allo stesso tempo, l’efficienza è diminuita, come nel caso dell’INPS, dove è stata imposta una Riorganizzazione che sta determinando problemi di produttività, peggioramento delle condizioni di lavoro e impoverimento della presenza dell’Istituto sul territorio.
E’ necessario avviare una petizione popolare per mandare a casa il ministro, perché si è dimostrato un nemico dei lavoratori pubblici, per giunta incapace d’innovare realmente la pubblica amministrazione con proposte di reale efficienza e rivalutazione dei servizi offerti ai cittadini.