Nell’ambito della giornata di mobilitazione indetta a livello nazionale dalla USB in difesa del diritto di assemblea, a seguito del gravissimo episodio verificatosi esattamente 2 mesi or sono nella sede di Mantova, quasi tutte le sedi del Lazio hanno indetto un’apposita assemblea per il prossimo 23 febbraio a partire dalle ore 10.30 in poi, aventi tutte ad oggetto la salvaguardia delle libertà sindacali. La scelta dell’orario, apparentemente insolita, coincide con l’orario che prima il direttore della sede di Mantova ed ora anche quello del Tuscolano non hanno voluto autorizzare, con pretestuose motivazioni.
Dopo aver affossato Frosinone, i cui dipendenti in queste ore stanno purtroppo prendendo atto cedolino alla mano delle decurtazioni effettuate sullo stipendio, il promoter della riorganizzazione a tutti i costi, prevedendo “sicure proteste da parte dell’utenza” si arroga il diritto di spostare l’orario di inizio dell’assemblea al Tuscolano. Caso unico nell’ambito regionale e giusto per mettersi in mostra. Ribadiamo che la normativa in proposito è chiara ed inequivocabile, come del resto lo stesso messaggio n. 30260 del 17.12.2007 della amministrazione INPS testimonia. Ciò che va di volta in volta autorizzato è solo l’utilizzo degli appositi locali per ciascuna sede e certamente non la data, l’orario e l’ordine del giorno. La pervicacia di questi personaggi, che fanno carriera sulla pelle dei Lavoratori, nel sostenere posizioni francamente indifendibili sotto qualunque punto di vista si spiega in realtà solo con la volontà di colpire un diritto sancito per legge.
Bisogna oggi prendere atto che, quando le vertenze devono essere risolte nelle aule dei tribunali, il sistema delle relazioni sindacali ed i rapporti col personale hanno raggiunto già uno stato patologico, che andiamo denunciando da tempo. Non a caso, in barba a quanto statuito da norme e contratti, nel Lazio ormai le decisioni vengono assunte unilateralmente scavalcando il tavolo della trattativa (vedi documento allegato) grazie pure alla complicità dei soliti collaborazionisti.
Dimenticando che la mobilità del personale resta sempre oggetto di trattativa. Ancora una decisone, dunque, assunta in nome di una produttività estrema. E senza rendersi conto del fatto che, così facendo, non si va nessuna parte.
Illogico e pretestuoso anche il continuo ricorso al “guardare fuori che accade…” come se l’arretramento complessivo sul terreno dei diritti servisse in qualche modo a difendere precari, cassintegrati e disoccupati. Mentre è piuttosto vero il contrario. Difendendo i diritti inalienabili, si contribuisce alla crescita collettiva. Più in particolare, la USB esperirà domani ancora un tentativo al fine di cercare di risolvere la delicata controversia, nel pieno rispetto della normativa vigente. Da Frosinone a Latina, dal Tuscolano a Civitavecchia, toccherà poi ancora una volta ai Lavoratori fare la loro parte e farsi sentire, perché a loro appartiene in primis il diritto di assemblea. E a nessun altro.
Invitiamo pertanto tutti indistintamente a partecipare compatti alle assemblee, per esprimere solidarietà e sostegno ai colleghi di Mantova. Un fulgido esempio in tal senso viene dalle 15 assemblee unitarie, finora indette a livello nazionale.
Coordinamento regionale USB INPS Lazio