Prorogadel blocco del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di tutto il Pubblico Impiego;
contestazione da parte del collegio dei sindaci, del C.C. Integrativo INPS 2013 per la parte riguardante la professionalità (TEP e SAP vedi doc. USB del 8.9.14 E’ arrivata l’ora di finirla!)
Vogliono “pelà l’oca sensa fala caragnà”...
L’antico detto lodigiano torna alla mente, di fronte alla protervia dei governanti, che di fronte alle difficoltà degli italiani, decidono di continuare a far cassa con la proroga del blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego, fermi al 2009.
Noi dipendenti pubblici siamo ancora una volta le vittime sacrificali dell’incapacità di chi ci governa.
Noi siamo le oche da pelare senza farle strillare.
Perché non strilliamo? Forse perché siamo convinti che in questo modo ce la caveremo, limitando i danni? È un’illusione disastrosa!
La politica di tutti i governi degli ultimi venti anni ci ha sempre dimostrato che a un peggioramento ne seguirà un altro e poi un altro ancora...
Il primo nemico è dentro di noi: è l’illusione di cavarsela, il convincimento che a star zitti magari la tempesta passa senza rovinarci. Oppure il suo opposto, la rassegnazione: non vale più la pena di fare niente, tanto è sempre lo stesso...
Disastrose opzioni!
Noi così saremo le oche da spennare, finché avremo una piuma.
Ci furono però anche le oche del Campidoglio, come ci hanno insegnato a scuola: con il loro starnazzare svegliarono i soldati romani, che respinsero i Galli.
A noi tocca essere protagonisti delle due parti: protestare e respingere i nuovi barbari, i distruttori del lavoro, del reddito e dello stato sociale.
Ci raccontano che i provvedimenti servono per rispondere alla crisi...(sic!) Ma questa è una crisi determinata da speculatori della finanza, assieme a banchieri senza scrupoli, imprenditori avidi e politici incapaci e corrotti.
Ha preso piede nel Paese una sorta di senso di colpa collettivo per una crisi che non è nostra e che dovremmo far pagare a chi l’ha prodotta.
Come lavoratori dell’INPS occorre uno scatto d’orgoglio e reagire a scelte governative che di fatto, hanno svilito il ruolo e la professionalità del lavoro pubblico. Anni di lavoro, con la convinzione di avere un ruolo sociale fondamentale nei servizi offerti alla cittadinanza, per poi ritrovarsi capro espiatorio di scelte politiche sbagliate fatte da altri. Non basta il blocco già di 5 anni dei contatti fermi al 2009, che ha ridotto lo stipendio reale di molte migliaia di euro; non basta la riforma del P.I., che tra le altre amenità prevede la mobilità obbligatoria verso altri Enti entro 50Km; il demansionamento legalizzato con ulteriore perdita di salario; la possibilità del licenziamento dopo due anni di mobilità...
Per non esser da meno dei precedenti governi, i paladini del “nuovo”, oggi al governo, prorogano il blocco dei contratti dei lavoratori pubblici al 2017.
Come sempre confidano nella rassegnazione generale per poter imporre le proprie scelte senza opposizione!
E’ il momento di uno scatto di orgoglio riprendendoci la capacità di reagire, di interrogarci sulle posizioni e sulle prospettive di ciascuno di noi. Occorre recuperare la capacità di lottare per i propri diritti, costruendo dal basso l’unità dei lavoratori, di tutti i lavoratori, occorre riconquistare la consapevolezza della forza che esprimeremmo se solo fossimo tutti uniti e di quanto riusciremmo ad ottenere.
Tocca a noi!
Nessuno lo farà per noi!
Organizziamo la lotta in ogni sede di lavoro.
Partecipiamo compatti alle assemblee per decidere le azioni.
Dimostriamo con i fatti che la misura è ormai colma.
USB INPS Sede di Lodi