Si è finalmente svolto giovedì scorso l’incontro più volte da noi sollecitato sugli accorgimenti da adottare con urgenza presso lo stabile di via Quintavalle, che è stato il primo ad essere accorpato nell’area metropolitana circa 9 mesi or sono.
L’amministrazione, rappresentata dal dirigente responsabile della Filiale nonché dai direttori INPS ed ex INPDAP, ha inizialmente provveduto a fare un riepilogo veloce della situazione, partendo dalle verifiche effettuate dalla ASL sui cinque CPI scaduti (Certificato di Prevenzione Incendi), riguardanti il primo l’archivio e due ciascuno rispettivamente le autorimesse e le caldaie. Quattro delle cinque certificazioni risultano al momento rinnovate mentre l’ultima, con segnalazione degli stessi VVF, è ancora in attesa di essere prorogata coi medesimi requisiti.
Sarà utile a questo punto rammentare che gli impianti sprinkler (o spruzzatori) che si pensava di adottare sono rimasti al palo per mancanza di fondi e dunque il sistema automatico di estinzione a pioggia atto a rilevare immediatamente la presenza di un eventuale incendio, poi a controllarlo e circoscriverlo entro certi limiti fino ad estinguerlo nel suo stadio iniziale, resterà purtroppo una chimera.
Sono pure venute a galla le palesi difficoltà da parte della ASL di comprendere quanti dirigenti e quanti datori di lavoro attualmente l’amministrazione s’è data in questa farraginosa (per non dire altro) organizzazione.
Insomma, ci si trincera dietro la reale mancanza del potere di spesa per non individuare i responsabili.
Anche la frettolosa determina diramata dal direttore metropolitano tesa ad eliminare tutto il cartaceo trasferendolo nel deposito della Delta di Pomezia appare più che altro dettata dalle notevoli preoccupazioni sollevate in merito, peraltro con costi aggiuntivi, mentre nella sede risulta ora indispensabile la creazione di micro archivi lavorativi.
Per non parlare del fantomatico coordinamento tra ufficio tecnico e direzione. La mancanza di sicurezza, così come delineata dalla normativa sul Testo Unico 81, è stata definita “temporanea” e dovrebbe essere sanata entro fine d’anno, ma non possiamo certamente attendere a braccia conserte che poi succeda qualcosa.
Per questo motivo, la USB ha chiesto alla direzione nel suo complesso l’urgente adozione, tramite una formale comunicazione di servizio da estendere a tutto il personale dello stabile, di precisi accorgimenti tecnici al fine di attenuare anche la pressione sempre più forte registrata, specie in questo periodo, agli sportelli: dallo spostamento di una guardia giurata presso l’URP alle modifiche operative da sollecitare per la reception, dalla postazione logistica “vuota” da sistemare ad una diversa e più accurata gestione delle situazioni di picco, dalla presenza a rotazione di un funzionario di sala alle pulsantiere da utilizzare in emergenza.
Accorgimenti che l’amministrazione si è ufficialmente impegnata a far decollare dalla corrente settimana al fine di prevenire in maniera adeguata ogni possibile situazione di rischio. Come l’utenza che però continua a girare indisturbata sui piani.
La preoccupante escalation di accadimenti che non possono certamente essere più considerati come semplici episodi di disagio è stata raccolta e documentata a seguito di precise segnalazioni dalla USB che, in chiusura della riunione, ha poi rammentato come l’amministrazione sia da ritenersi in ogni caso responsabile a tutti gli effetti della incolumità dei lavoratori. A buon intenditor poche parole.