Editoriale - Il bestiario che si aggira intorno alla pubblica amministrazione è piuttosto variegato: ministri, industriali, economisti, giornalisti. Tutti a suonare la grancassa ed a tuonare contro un pubblico impiego inefficiente, improduttivo, fuori dalle regole del mercato. Anche molti manager pubblici, rappresentanti dell’alta dirigenza, in questi anni si sono uniti al coro ed hanno sposato l’idea di una pubblica amministrazione sottoposta alle regole del mercato. Lo stesso linguaggio burocratico ha risentito di questa ondata: sono utilizzate espressioni come “economicità”, per spiegare il bisogno di erogare servizi con un minor costo, ottenuto con un aumento della produttività e quindi dei carichi di lavoro e con il contenimento del salario.
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In allegato:
NUOVE ADESIONI ED ERRATA CORRIGE (Pag. 9)