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Lazio

IBRIDI IN CERCA D'AUTORE

Roma,

Comunicato n. 25/14

 

 

Era decisamente partito bene l’osservatorio di cui al precedente comunicato 24 non fosse altro perché si era finalmente discusso a lungo ed in profondità delle problematiche relative alla sicurezza che nelle sedi presentano i rischi maggiori con precisi chiarimenti nel merito del coordinamento regionale tecnico edilizio.

 

Non è stato così nella successiva riunione di venerdì scorso, riguardante l’area metropolitana romana, dove la direzione s’è limitata a rappresentare la propria necessità di costituire una cosiddetta “area manageriale della sicurezza” che di fatto cerchi di dipanare l’ingarbugliata matassa, considerate la delicatezza della materia e la situazione di estrema disomogeneità registrata nelle sedi romane. Un gruppo di lavoro utile insomma a capire chi fa cosa tralasciando, almeno per il momento, un dato di fondamentale importanza, tutto da verificare: come lo fa.

 

Al di là di ogni ulteriore considerazione resta il fatto che la ASL nelle sedi finora accorpate ci ha messo (ed è perfettamente comprensibile) un notevole lasso di tempo per capire, una sperimentazione dietro l’altra, che tipo di organizzazione ci siamo dati, quanti dirigenti ha l’Istituto e soprattutto chi è il datore di lavoro. Il che è tutto dire.

 

L’operazione definita “strategica” sulla quale punta l’amministrazione è relativa ora all’estratto conto che dovrebbe partire a settembre sotto favorevoli auspici, ammesso e non concesso che possa poi realmente servire a qualcosa, oltre che a smaltire le circa 27.000 domande di ricostituzione arretrate, tuttora giacenti.

 

E questo non solo perché l’attività svolta dai colleghi ex INPDAP è condizionata dal cartaceo e le procedure informatiche devono essere reingegnerizzate (con il solito velo pietoso sui 530 milioni di euro letteralmente buttati solo cinque anni fa per riprogettare il sistema informatico), ma anche perché ogni lavorazione è di fatto subordinata alle mancate o tardive risposte delle varie amministrazioni.

 

Della circolare 36 (e delle sue svariate applicazioni sul territorio) al momento si sa tutto e il contrario di tutto. Tra clonazioni, smembramenti, nuove fantasiose definizioni, monitoraggi ipotetici e verifiche sul clima aziendale ormai da tempo affossato, l’unica cosa certa resta la data d’inizio, fissata dal prossimo mese di luglio per le sole Filiali dell’EUR e del Flaminio. Il resto rappresenta un azzardo.

 

Sostanziale rinvio sulla determina 70 (firmata il 27 maggio scorso dal direttore generale), riguardante il nuovo assetto territoriale ed organizzativo predisposto per l’area metropolitana romana, fino al successivo e sperimentale contrordine.

 

Solita pantomima a tavoli separati nel prosieguo della riunione, con la USB e la FEMEPA discriminate per espressa volontà di una casta sempre più arroccata in posizioni sindacalmente arretrate, se non di natura esclusivamente clientelare. Basti pensare all’ibrido derivante dal doppio bando di mobilità regionale e dalla mancanza di trasparenza su esigenze rappresentate (dall’amministrazione o da qualche sigla??) in merito allo scorrimento delle graduatorie. Una commistione inaccettabile e senza considerare che il secondo bando di mobilità indennizzata (non a caso non firmato dalla USB) a distanza di mesi è rimasto senza budget.

 

L’ennesimo verbale che risponde alla logica: firmo carta straccia, dunque esisto.