Nell’incontro sindacale di oggi il Direttore centrale Pianificazione e controllo di gestione ha illustrato i risultati dei correttivi tecnici applicati alla produttività 2016, che hanno determinato un miglioramento dei dati delle sedi che si trovavano in sofferenza rispetto agli obbiettivi fissati dal Piano della performance.
Per quanto riguarda l’incentivo speciale, delle 19 sedi che avevano come indice di riferimento 80, 3 sedi vanno a 100 (Reggio Calabria, Roma, Camaldoli Vomero), 7 sedi passano da 80 a 90 (Trento, Prato, Frosinone, Latina, Viterbo, DR Campania, Foggia), 6 sedi rimangono a 80 (FC Roma Casilino, Napoli, FC Nolana, FC Stabiese, Palermo, DR Sicilia). I correttivi tecnici incidono in modo positivo, seppur marginalmente, su altre 10 sedi. Anche sull’incentivazione ordinaria si registra un miglioramento degli indicatori di 18 sedi, aumentando il numero di quelle che si posizionano a 110.
Pur apprezzando il puntuale lavoro di approfondimento e valorizzazione dei dati della produzione effettuato dalla Direzione centrale Pianificazione e controllo di gestione, con la condivisione del Direttore generale e del Direttore centrale Risorse Umane, abbiamo chiesto un ulteriore approfondimento delle criticità segnalate dalle sedi o in corso di trasmissione, così da avere un quadro completo al momento del consolidamento dei dati produttivi prima dell’erogazione del saldo dell’incentivazione 2016.
Abbiamo sottolineato l’esigenza di andare oltre la logica dei freddi numeri, ricordando come l’INPS abbia attraversato anni difficili che hanno disorientato il territorio e come debbano essere presi in considerazione anche i fattori ambientali, che non trovano riscontro nella pesatura delle attività. Non è un caso che le sedi attualmente più penalizzate rappresentino uno spaccato di alcune delle zone più difficili del paese.
Bisogna affrontare a nostro parere i nodi politici della discussione, Ci sono sedi come Roma Casilino in cui il personale dovrebbe essere premiato per il solo fatto di recarsi al lavoro in un contesto critico, in una periferia degradata in cui non si riesce neanche a censire con approssimazione il numero dei cittadini che insistono su quella zona. E non parliamo di una realtà isolata, ma comune ad altre zone complesse a livello nazionale.
Non bisogna dimenticare, infine, che quelle che vengono definite risorse incentivanti in realtà sono risorse in gran parte sottratte ai contratti nazionali e alla retribuzione tabellare, per essere destinate alla cosiddetta retribuzione accessoria. Sono fattori importanti sui quali abbiamo invitato l’amministrazione a compiere un’attenta riflessione prima della chiusura definitiva dei dati 2016.
Invitiamo tutte le sedi, anche quelle che hanno raggiunto o superato gli obbiettivi di produzione, a sostenerci in questa battaglia per il riconoscimento pieno dell’incentivo e per una sempre maggiore stabilizzazione del salario accessorio. Andiamo avanti.