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Lazio

INGANNO SIDERALE

Roma,

Comunicato n. 31/11 In allegato l'atto costitutivo del Fondo Sirio

Senza vergogna, esattamente tre anni dopo l’ultimo loro tentativo sprofondato miseramente nell’abisso complementare, i confederali ci riprovano e, dopo aver ritrovato una improvvisa e sorprendente unità di intenti, decidono di metter su, ovviamente nell’interesse (?) dei lavoratori, un fondo pensione nuovo di zecca. Poiché nulla capita per caso e tutto ha un suo (non tanto) recondito significato, al fondo stesso viene attribuito il nome di “Sirio”, la stella più abbagliante della galassia, col chiaro intento di accecare evidentemente i dipendenti cui è rivolto dai ministeri alla presidenza del consiglio dei ministri, fino agli Enti Pubblici non Economici. Obiettivo dichiarato: abbindolarne inizialmente almeno trentamila!!! Sarà utile, a questo punto, rammentare il sostanziale fallimento del precedente fondo “Cometa” dei metalmeccanici, sostenuto a spada tratta circa dieci anni or sono dai confederali, poi propagandato con incredibili investimenti ed infine modificato in corso d’opera senza interpellare i lavoratori, facendo pure ricorso ad un meccanismo di dubbia costituzionalità, quale l’offensivo silenzio assenso. Un fallimento dovuto al fatto che, in fin dei conti, si è trattato pur sempre di un investimento a rischio dal rendimento non prevedibile, in quanto strettamente legato all’andamento dei mercati finanziari. Un simile ragionamento sembrava, tutto sommato, non molto difficile da comprendere. Eppure...

Eppure il tentativo di trasferire il rendimento sicuro perché rivalutato ogni anno in misura fissa del TFR nell’ennesimo fondo pensione è oggi nuovamente sotto gli occhi di tutti, riproposto da cosiddetti “sindacalisti” tristemente noti all’INPS e appositamente remunerati che, invece di difendere doverosamente le nostre pensioni, si affannano a sponsorizzare un altro fondo integrativo di previdenza. In barba a quanto viene annualmente ratificato dalla COVIP (la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione appositamente istituita nel 1993 presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale) costretta ancora ad ammettere che “tutti i prodotti previdenziali offrono oggi rendimenti certamente non soddisfacenti” e cioè inferiori alla rivalutazione fissata per legge del TFR mantenuto in azienda. Ma allora, se la previdenza complementare risulta di fatto legata, mani e piedi, alle speculazioni finanziarie internazionali, perché ostinarsi nella invenzione del fondo “Sirio”? E perché prospettare poi la possibilità di ipotetici guadagni futuri per i lavoratori se di tutto questo non c’è né potrebbe esserci alcuna certezza? Si è infine consapevoli fino in fondo di tutti gli scompensi sociali provocati dagli investimenti reali e dai successivi movimenti di capitali virtuali?

Non sappiano francamente rispondere a queste domande più che legittime che in queste ore ci assalgono da più parti. E che giriamo ai sottoscrittori dell’atto. I nomi e i cognomi dei “responsabili” di questa ennesima, vera e propria truffa confederale si possono del resto facilmente controllare nella bozza in allegato. Per quanto ci riguarda denunciare e contrastare tutto quello che sta accadendo risulta sicuramente prioritario, così come informare con trasparenza per tempo i colleghi, se non vogliamo finire per regalare in maniera irreversibile la nostra liquidazione alla speculazione di questi squallidi affaristi di professione.