Questa volta sono tutti d’accordo. CGIL-CISL-UIL-CONFINTESA-CONFSAL si sono incontrati con il presidente Boeri ed hanno partorito un nuovo profilo specialistico: Consulente protezione sociale.
L’accordo dà il via libera ad un nuovo concorso pubblico per 197 posti a C1. Il requisito richiesto è il possesso della laurea magistrale senza l’indicazione di particolari indirizzi. Ancora una volta escluso chi ha il diploma di laurea triennale. Perché, se per l’ingresso dall’esterno in area C è sufficiente quel titolo di studio? Forse perché l’INPS di Boeri è sempre più classista e immaginiamo la bile del professore nel dover accettare la mediazione di non richiedere più la certificazione della conoscenza della lingua inglese. Lui che è alla continua ricerca dell’eccellenza…
USB non è stata invitata all’incontro, ma se avessimo partecipato non avremmo sottoscritto il verbale di accordo, perché non riteniamo utile l’istituzione di un ulteriore profilo specialistico, dopo l’Analista di processo, e soprattutto quel tipo di profilo (Consulente protezione sociale), perché è sintomatico dell’indirizzo che Boeri vuole imporre all’INPS. Non dimentichiamo, infatti, che è stato proprio il professore della Bocconi non molto tempo fa a proporre di cambiare nome all’Ente in Istituto Nazionale della Protezione Sociale, lasciando così invariato l’acronimo INPS. Non si tratta, tuttavia, di una semplice modifica della denominazione dell’Ente, ma di una trasformazione delle sue funzioni, da Istituto previdenziale a soggetto di natura assistenziale, con buona pace della previdenza sociale pubblica.
Evidentemente, chi ha firmato il verbale che ha istituito il nuovo profilo non ha pensato alle conseguenze di quella scelta, così come non si preoccupa di difendere la previdenza pubblica, perché ha interessi diretti nella gestione dei Fondi pensione e siede nei consigli d’amministrazione dei Fondi negoziali.
A nostro parere l’INPS deve sì assumere, ma lo deve fare aprendo le proprie porte a tutti i candidati in possesso almeno di una laurea triennale e con l’obbiettivo di aiutare i territori, che oggi con molta difficoltà garantiscono l’erogazione dei servizi e il pagamento delle prestazioni.
Ed ancora prima l’INPS dovrebbe assumere i circa 70 idonei della graduatoria del concorso pubblico a B1 amministrativo, per immettere subito in servizio nuovo personale ed esaurire quella graduatoria.
Inoltre, vorremmo capire quali siano le reali intenzioni dell’INPS sui passaggi verticali da un’area all’altra. Su questo argomento abbiamo sentito girare tanti numeri, senza alcuna indicazione ufficiale. Stando alla norma Madia, può essere riservata a selezioni interne per i passaggi di area una quota fino ad un massimo del 20% del piano delle assunzioni 2018-2020.
Esiste questo piano delle assunzioni? Qual è la strada che vuole seguire l’amministrazione e quale sarà la quota riservata ai passaggi? Ci sono 1.900 lavoratori e lavoratrici dell’area B in possesso della laurea e ci sono poco più di 200 lavoratori e lavoratrici dell’area A in possesso di diploma; a nostro parere ai passaggi di area va assegnata la quota massima del 20%, che in ogni caso sarà insufficiente a far passare tutti quelli in possesso del titolo di studio richiesto per l’ingresso dall’esterno, mentre non potranno nemmeno presentare la domanda circa 4.100 colleghi di area A e B perché sprovvisti del titolo di studio richiesto.
Per questo insistiamo con la nostra proposta di area unica amministrativa, dove riunire il personale A-B-C, così da trasformare tutti i passaggi interni all’area in progressioni economiche, superando l’obbligo del possesso del titolo di studio richiesto per l’ingresso dall’esterno.
Sostieni la proposta di area unica amministrativa, sostieni la partecipazione della USB ai lavori della Commissione paritetica per la revisione dell’Ordinamento professionale.