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Lazio

INSIEME PER I DIRITTI

Roma,

Comunicato n. 28/12

Mentre si attendono gli esiti conclusivi della Commissione Disciplina dell’Istituto che si esprimerà entro tre giorni per il grave atto di insubordinazione compiuto, tale “da compromettere irreparabilmente (sic!) il rapporto fiduciario con questa Amministrazione e da non consentire la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto di lavoro”, proviamo a rivisitare non senza emozione una giornata che certamente farà da spartiacque, perché in essa è stata saggiata la capacità di reazione.

Il tentativo goffo e arrogante di impedire l’esercizio dei diritti fondamentali che sono sanciti dalla nostra Costituzione all’art.21 (libertà di espressione) e all’art. 39 (l’organizzazione sindacale è libera) è miseramente fallito. Così come quello evidente di incriminare ogni forma di dissenso nella Pubblica Amministrazione.

Nella ribattezzata “Sala dei Diritti” all’esterno della Direzione Generale, almeno 400 lavoratori del Lazio hanno partecipato, rendendo testimonianza con la loro presenza, all’assemblea regionale indetta in difesa delle libertà democratiche e dei diritti sindacali ai quali si sono poi aggiunti quelli provenienti da tutta Italia.

Le facce stanche per aver viaggiato di notte (e in qualche caso senza cuccetta) dalle Alpi alla Sicilia, lo striscione bianco Casilino Prenestino (la più martoriata delle sedi romane) in mezzo a quello di Lodi e della regione Toscana, i nomi dei tre delegati inquisiti impressi con la vernice indelebili sulle bandiere USB, sono cose che difficilmente dimenticheremo. Così come il fatto che molti lavoratori, pur di esserci, non hanno esitato a prendere un giorno di ferie oppure le ore a recupero avendo esaurito quelle di assemblea. Attestazioni di stima impagabili.

Lo spray azzurro lentamente si deposita sul punto esclamativo di “Luigi, Libero e Vincenzo non si toccano!”, mentre significativo è il confronto tra generazioni impresso colorato sulle magliette di una collega e della figlia che si tengono per mano: “A scuola mi insegnano a parlare…” – “In ufficio se parlo mi licenziano”.

E poi l’ovazione improvvisa e liberatoria quando la Federazione USB annuncia, con un veloce quanto atteso comunicato stampa, che i licenziamenti sono stati tutti respinti dalla Commissione. Allora è festa grande, sulle note di “Bella ciao” dei Modena City Ramblers i complimenti, gli abbracci e le pacche sulle spalle si sprecano. Tutti sono consapevoli di aver offerto una indifferibile testimonianza.

Vogliamo perciò ringraziare di cuore quanti ci hanno espresso in questo difficile momento vicinanza e solidarietà, in particolare quelli che hanno compreso che l’attacco è stato completamente gratuito, che bisogna difendere e rivendicare oggi i pilastri della nostra democrazia, anche perché domani potrebbe toccare ad altri.

Ed è bello ricordare allora le cosiddette voci fuori dal coro, quelle protese al di là delle diverse appartenenze a indicare la strada da percorrere insieme, quelle che hanno avuto coraggio, ascoltando soltanto sé stesse per gli ideali comuni: Marco Lombardi (delegato territoriale CGIL EUR), Claudio Polofriz (coordinatore regionale UILPA della Liguria), Arturo Giambelli (coordinatore nazionale CISAL) e Franco Russo, in rappresentanza dell’on. Stefano Pedica (Italia dei Valori).

Ci hanno fatto sentire meno soli e dimostrato che, in piena condivisione, qualcosa sta cambiando anche nel nostro Istituto a dispetto di chi lo vorrebbe privatizzare.