Il Magistrato della Corte dei conti addetto al controllo interno con la relazione sulla gestione finanziaria dell’INPS per l’esercizio 2010 fornisce anche quest’anno numerosi spunti di riflessione. Qui proviamo a riportarne alcuni.
La profonda e duratura crisi economica continua a far sentire i suoi effetti sull’INPS, che ha chiuso il 2010 con un avanzo finanziario di 1,7 mld di euro, in forte calo rispetto al 2009 (5,3 mld) e al 2008 (13,5 mld).
Si riduce il costo del personale (nel triennio 2008/2010 -4,7%), diminuiscono i dipendenti (nel 2010 -5,5% rispetto all’organico), ma si produce sempre di più (nel 2010 +13%). E’ una situazione che può reggere? Secondo la relazione è vicino il punto di rottura, sotto il quale sarà difficile garantire i livelli minimi di funzionalità dell’Istituto. Ma alle porte c’è un’ulteriore riduzione degli organici.
Per la Corte dei conti è chiaro tuttavia che non si può sopperire alla carenza di personale con il lavoro interinale o con le consulenze esterne e che si debba perseguire l’obiettivo di assunzioni tramite concorso pubblico. E’ scritto nella relazione e lo condividiamo in pieno. Nel 2010 l’INPS ha speso 29,3 mln di euro per contratti di lavoro interinale, con un incremento del +226,3% rispetto ai 9 mln del 2009, ma ha ridotto drasticamente la spesa per la formazione del personale interno (-54,8%).
Sono diminuite le uscite per i prestiti ai dipendenti (-19,1%) e per i mutui (-14,7%), mentre è aumentata la spesa per la polizza sanitaria (+14,5%) che determina, secondo la Corte dei conti, forti criticità per i beneficiari, come il mancato rimborso delle prestazioni ad alta frequenza e delle cure e protesi dentarie.
Continuano ad aumentare le spese di funzionamento, che nel triennio 2008/2010 fanno registrare un +4,5% e la tendenza è ad un ulteriore aumento. La centralizzazione degli acquisti e il riassetto organizzativo avrebbero dovuto fornire risparmi per 1,1 mld di euro, pressappoco un terzo dei 3,5 mld prescritti per legge agli enti previdenziali, pena l’innalzamento generalizzato della contribuzione previdenziale e assicurativa.
La relazione riserva particolare attenzione ai contratti di servizi affidati a società esterne con procedura negoziata senza bando di gara pubblica. Tra questi si cita il progetto di formazione e di change management o il nuovo ruolo dell’INPS nel welfare per 145 mln tra il 2009 e il 2011. O ancora l’attività di monitoraggio dei contratti di outsourcing dei servizi informatici, per 3,7 mln di euro, oggetto di interrogazioni parlamentari sui profili d’incompatibilità tra società operanti presso l’INPS nel duplice ruolo di controllante e controllato.
Il Magistrato nella relazione di quest’anno torna ad evidenziare le anomalie del periodo in cui il Presidente dell’INPS ha riassunto anche le funzioni proprie del CdA e del Civ, esercitando ruoli tra loro contrapposti. Il DL 78/2010, eliminando il CdA, ha trasformato il Presidente in organo monocratico di indirizzo gestionale, rafforzandone il ruolo interno con il rischio di incidere sulle attribuzioni riservate al Direttore generale e alla dirigenza, ma allo stesso tempo ha tolto autonomia all’ente vincolando l’azione del Presidente alle decisioni dei vertici ministeriali. La relazione evidenzia, inoltre, l’assenza pressoché sistematica del Presidente alle riunioni del Civ e il mantenimento di uno specifico Ufficio Stampa, alle strette dipendenze dell’organo monocratico di vertice dell’Istituto, in aggiunta alla preesistente Direzione centrale Comunicazione, con competenze sostanzialmente analoghe.
Una sovrapposizione di competenze che rischia di riguardare anche l’Audit e l’Oiv (l’organismo di valutazione previsto dalla Riforma Brunetta), presieduto da un ex dirigente generale dell’INPS da tempo in pensione. Il Magistrato della Corte dei conti ripercorre il contrastato iter di nomina dell’Oiv, perché non rispondente ai criteri previsti dalla Commissione del settore (Civit), e lamenta la presenza di due dirigenti di seconda fascia in un organismo che dovrebbe valutare il Direttore Generale.
Permane una lettura critica del nuovo assetto organizzativo dell’Istituto, largamente non condiviso ed attuato, come si legge nella relazione, senza un complessivo disegno strategico ed un’attenta analisi del rapporto tra costi e benefici.
Abbiamo sicuramente saltato parti importanti del documento della Corte dei conti, come ad esempio quelle relative al contenzioso o all’attività di vigilanza, che saranno comunque spunto per prossimi comunicati. Come lo scorso anno, sottolineiamo il rammarico per il fatto che alcune incisive riflessioni sul ruolo dell’ente, sulle funzioni svolte dai lavoratori, sulle incongruenze organizzative e gestionali, vengano da una figura esterna e non dalla dirigenza o dai sindacati dell’INPS.