L’Unione Sindacale di Base ha sostenuto sin dall’inizio le Repubbliche Popolari del Donbass, autoproclamatesi indipendenti a seguito di un referendum popolare e dopo il golpe occidentale del 2014 che defenestrò con la violenza l’allora Presidente Yanukovich. A dirigere i golpisti, in piazza Maidan, furono le milizie naziste di Pravy Sector, le stesse che il due maggio di quell’anno assaltarono la casa dei sindacati di Odessa, uccidendo decine di militanti sindacali, strangolando compagne incinta con i fili del telefono, bruciando vivi e gettando dalle finestre dei piani alti molti giovani attivisti.
L’Unione Europea e gli USA affiancarono con tutti i loro potenti mezzi il golpe. L’allora capogruppo del PD al parlamento europeo Gianni Pittella arringava le folle di piazza Maidan a Kiev, protetto dai miliziani nazisti.
La NATO intanto addestrava le milizie naziste nelle basi installate nei vari paesi orientali, in combutta con i grandi proprietari ucraini che le trasformarono in veri e propri eserciti personali. Oggi queste bande sono state inserite direttamente nell’esercito ucraino, a martoriare le popolazioni del Donbass con costanti attacchi e bombardamenti. Oltre 14mila le vittime civili.
Ma di questa storia TG e giornali non parlano. Noi l’abbiamo vista con i nostri occhi, partecipando in questi anni a brigate di solidarietà a Donetsk e a Lugansk, dove abbiamo incontrato popolazioni ridotte alla fame e alla paura dalle continue aggressioni armate.
Dall’altra parte della barricata, dietro la prima linea del fronte, il popolo ucraino vive una condizione di miseria e supersfruttamento per mano di un governo filo nazista al servizio degli oligarchi. Gli squadroni della morte nazisti hanno eliminato, uno per uno, centinaia di militanti sindacali e oppositori politici che hanno tentato di opporsi a queste politiche neoliberiste.
Questa è l’Ucraina che USA e UE hanno costruito, al fine di cooptarla progressivamente nella NATO.
Il governo russo in questi anni ha rigettato le continue richieste delle repubbliche popolari del Donbass di copertura politica e diplomatica, rendendosi così complice dello stillicidio di morti. Lo scopo era quello di neutralizzare le spinte socialiste della prima dirigenza di queste Repubbliche. Oggi Putin, sputando sulla gloriosa storia dell’Unione Sovietica e sul suo Leader Lenin, riconosce il Donbass al solo fine di realizzare il suo progetto egemonico in quel che rimane di una Europa orientale inquadrata nell’alleanza atlantica.
La Storia è tornata a correre, rimettendo in discussione dalle fondamenta l’egemonia statunitense sul mondo, oggi in competizione con la Russia di Putin e con altri paesi, come la Cina, in grado di rilanciare sul terreno economico, sociale e militare. Un altro competitor è l’Unione Europea, vaso di coccio nella vicenda ucraina, che sta tentando di trovare un suo spazio attraverso l’esercito europeo, in fase di costruzione sulla pelle dei milioni di lavoratori, massacrati dalle politiche di austerità imposte dal Recovery Found, che in Italia si traduce nel famigerato PNRR. Una vera e propria “guerra economica” contro la nostra gente.
I lavoratori russi e ucraini, così come quelli europei, non hanno alleati tra gli esponenti dei governi che oggi si contendono a suon di bombe le spoglie di un paese dilaniato. Come in altre fasi storiche, gli unici alleati sono loro stessi, se organizzati su un progetto di trasformazione sociale che si emancipi dalle logiche di sfruttamento e guerra che caratterizza, ieri come oggi, il sistema capitalistico, a Ovest come ad Est.
Solo la ricostruzione dell’unità internazionalista tra i popoli può fermare la mano assassina dei governanti e dei grandi capitalisti che rappresentano.
L’Unione Sindacale di Base sollecita tutti gli iscritti a scendere in piazza contro la guerra, per l’uscita dalla NATO e dall’Unione Europea.