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Lazio

LA STORIA INFINITA

Roma,

Comunicato n. 22/14

A quasi un anno di distanza dallo spostamento coatto del personale e 45 giorni dopo l’ultimo sopralluogo effettuato, il ritorno nello stabile “incriminato” alla via Spegazzini non ha riservato (per fortuna) ulteriori sorprese, nel senso che tutto è così come l’avevamo lasciato, fatta eccezione per la chiusura del bar disposta dalla ASL – B, che rappresentava in realtà proprio l’ultima delle preoccupazioni.

 

Chiarito a scanso di equivoci che nelle intenzioni della nostra OS non c’è mai stata la “soppressione” di questo servizio, bensì la trasparente richiesta che la titolare si mettesse una buona volta in regola, rammentiamo le priorità di cui all’incontro anti diluviano del 21 gennaio scorso, non essendo state inviate, nel frattempo, comunicazioni  di sorta (né tantomeno aggiornamenti sulla situazione) alle “dimenticate” RSU:

 

·        lavori di ristrutturazione e di adeguamento degli sportelli al piano terra;

 

·        cambio di destinazione d’uso per due dei tre piani interrati;

 

·        apposite paratie per evitare infiltrazioni di acqua piovana ai piani 4–5–6;

 

·        sanificazione dei condotti dell’impianto di climatizzazione.

 

Gli adempimenti relativi all’ultimo dei 4 punti di cui sopra sono iniziati il 22 aprile scorso con operazioni che dovrebbero andare avanti quotidianamente in orario serale, ma di cui non si conosce la fine. E nella speranza che funzioni.

 

Per quanto riguarda invece la parte tecnica del progetto sui lavori necessari da predisporre al piano terra, essa sembra finalmente in dirittura d’arrivo, mentre mancherebbe il parere definitivo dell’ingegnere responsabile del coordinamento regionale tecnico edilizio. A questo punto, un’inezia.

 

Ovviamente bisognerà fare di necessità virtù, in quanto gli spazi a disposizione tra sportelli e reception non sono certo quelli di via Quintavalle, dove andranno con ogni probabilità le varie postazioni utilizzate attualmente in via Spegazzini.

 

Ciò premesso ed una volta bandita la tanto attesa gara d’appalto, è confermato che la durata presumibile dei lavori (il cui costo per inciso complessivamente si aggira intorno ai 300 milioni di euro) andrà dai 15 ai 18 mesi, quindi fine 2015. Con tanti saluti alle promesse sbandierate in maniera solenne, esattamente un anno fa, alle bistrattate RSU sugli spostamenti da iniziare solo a lavori ultimati.  

 

Quello che lascia francamente perplessi è come si possano ripetere con grande regolarità cadute di tensione e blocchi improvvisi, che poi vanificano l’impegno profuso a piene mani dai colleghi tutti e non permettono alla sede di decollare. Tutto ciò mentre la gente inferocita attende da ore la stampa dei CUD che, per i classici problemi di linea, viene ancora procrastinata. Il blocco delle procedure comunque prosegue per una intera mattinata e proprio non consente l’apertura del cassetto previdenziale, del punto cliente e finanche l’assegnazione dei PIN.

 

Nel contempo, lo stabile resta sotto la stretta osservazione della ASL, in attesa che partano senza ulteriori intralci i lavori e specialmente senza strani palleggiamenti.

 

A parte il fatto che il giochetto dello scarico delle responsabilità tra le singole direzioni protrattosi per un anno intero ha ormai fatto il suo tempo, sorge una domanda spontanea: ma tutto considerato non era forse meglio, con un po’ di avvedutezza, restare nello stabile di via Amalia Bettini? Quanto avremmo risparmiato?