Sig.ra Ministra,
abbiamo appreso della sua missiva inviata ai capi degli uffici e alle “Signore” donne ed ai “Signori” uomini del personale amministrativo con la quale Lei afferma di riporre grandi speranze nella “riforma epocale” della geografia giudiziaria che dovrebbe portare ad un miglioramento del servizio giustizia ed ad una più razionale distribuzione delle risorse sul territorio nazionale.
Sarebbe più facile per noi crederci, se non avessimo già assistito negli anni per più volte allo stesso film senza che peraltro migliorasse il servizio, e meno che mai le condizioni di lavoro di coloro i quali in prima linea ogni giorno assicurano il servizio tra mille difficoltà e peripezie.
Lei parla di modernità adeguata ai tempi, ma come crederle se dopo 13 anni dal primo annuncio roboante, cui sono seguiti tanti altri, sul futuro telematico della giustizia, siamo ancora alla sperimentazione? Come crederle quando parla di sviluppo tecnologico che riduce le distanze e gli spostamenti quando in alcune località territoriali bisogna ancora ricorrere all’asino? Come crederle quando la privatizzazione di pezzi interi dell’amministrazione pubblica ha decretato il ritiro dello Stato dal territorio, e peggio ancora ridotto i servizi indispensabili ai cittadini per sentirsi meno isolati e garantiti?
Forse anche Giovanni Falcone oggi sarebbe più disincantato rispetto alla volontà dei politici di far funzionare la Giustizia ma soprattutto, se potesse parlare denuncerebbe l’isolamento in cui è stato lasciato.
Quanto al prezzo da pagare per riformare il Paese, anche se con una più oculata e lungimirante gestione si sarebbero potuti limitare i danni, peccato che il prezzo più alto lo paghi sempre il personale amministrativo ed il cittadino.
Quanto alla nostalgia per il passato, anche se un pizzico non guasta mai, come non averla rispetto alle condizioni lavorative, agli spazi di lavoro, alla sicurezza e salubrità, alla scala mobile, agli scatti biennali, agli aumenti stipendiali, al regolare pagamento dello straordinario e del salario accessorio, alla possibilità di carriera! Cose che avevamo e che non abbiamo più.
Vorremmo sostenere la sfida del rinnovamento e dell’innovazione anche noi, ma altrettanto vorremmo trovarci nelle condizioni dei nostri colleghi delle migliori democrazie occidentali rispetto agli stipendi, alle possibilità di carriera e alla stima e dignità di cui godono, da parte dei cittadini, per il ruolo che ricoprono.
Le assicuriamo Ministro che abbiamo a cuore, e non da ora, il buon funzionamento della Giustizia nonché il benessere e la soddisfazione delle lavoratrici e dei lavoratori, quindi non è con spirito disfattista che replichiamo ma con la consapevolezza che dopo 30 di delusioni e riforme inutili non ci crediamo più.