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L'INPS A MAURO NORI: ATTACCHI BOERI PERCHE'… ROSICHI

Nazionale,

Comunicato n. 56/17 Di seguito al nostro comunicato trovate la nota dell’Ufficio Relazioni con i Media dell’INPS ed un articolo a firma di Bartolomeo Diaz pubblicato oggi su www.ilsussidiario.net

Il presidente dell’INPS, Tito Boeri, non ha tardato a rispondere a Mauro Nori, ex direttore generale dell’ente previdenziale, che dalle colonne de ilsussidiario.net lo aveva accusato di scarsa trasparenza, cattiva gestione e proposte tecnicamente discutibili ma di grande effetto mediatico, ipotizzando l’intenzione del professore della Bocconi di prepararsi a fare il grande salto in politica.

A rispondere per conto del presidente dell’INPS ci ha pensato l’Ufficio Relazioni con i Media dell’Istituto di previdenza, con una nota pubblicata il 6 agosto scorso su affaritaliani.it, che trovate in allegato.

Invece di replicare ai contenuti dell’articolo di Mauro Nori, la nota dell’INPS si concentra sulla mancata conferma dell’ex direttore generale da parte di Boeri che, lo ricordiamo, impose al Governo il nome di Cioffi, successivamente rinnegato dallo stesso  presidente all’indomani della vicenda ENEL finita sulla stampa nazionale. L’Ufficio Relazioni con i Media dell’INPS, infine, sottolinea che il ricorso presentato da Mauro Nori contro la sua mancata conferma si è concluso con esito negativo per l’ex dirigente generale dell’Istituto. La sintesi che abbiamo fatto nel titolo della nota dell’INPS è un po' questa: caro Nori attacchi Boeri perché hai il dente avvelenato e ti vuoi vendicare.

Può darsi che ci sia anche questo e poco ci interessa, come pare vi siano in ballo retribuzioni non erogate all’ex direttore generale per svariate decine di migliaia di euro, la cui autorizzazione sembra giaccia sul tavolo del Capo della Segreteria Unica dell’INPS, che a detta di molti è de facto il vero  direttore generale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Quel che risulta palese è che la nota dell’INPS non entra nel merito delle accuse e sorvola su un punto essenziale: Boeri mira ad assumere un incarico nel Governo che uscirà dalle prossime elezioni politiche? Se non è così, il presidente dell’Istituto lo dica con chiarezza oggi, rilasciando una dichiarazione dalla quale si comprenda la volontà di onorare fino in fondo l’incarico ricevuto (che noi continuiamo a contestare), senza prepararsi un paracadute dorato in politica. Neanche su questo possiamo aspettarci che ci sia una presa di posizione trasparente?

  USB Pubblico Impiego INPS     

 

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Boeri il nuovo Renzi? La precisazione dell'INPS

 

www.affaritaliani.it

Gentile Direttore,

con riferimento all'articolo "Le manovre di Boeri per fare il nuovo Renzi", senza firma, pubblicato il 4 agosto sul quotidiano digitale da Lei diretto, appare opportuno ricordare, per dare una completa informazione ai Suoi lettori, che è citato come fonte un quotidiano on-line dove è stato pubblicato un articolo di Mauro Nori, direttore generale dell'Inps al momento dell'insediamento del prof. Tito Boeri alla Presidenza dell'INPS e non confermato nell'incarico; il dott. Nori ha anche presentato un ricorso contro la mancata conferma, ricorso definito recentemente in senso a lui sfavorevole.

INPS - Ufficio Relazioni con i Media

 

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SPILLO/ Boeri e i nuovi Di Pietro della Seconda repubblica

 

Deve preoccupare, dice BARTOLOMEO DIAZ, l'atteggiamento che viene tenuto da alcuni tecnici, che di fatto fanno politica pur non essendo sottoposti al giudizio elettorale

11 agosto 2017  -  Bartolomeo Diaz

 

www.ilsussidiario.net 

Agli albori di tangentopoli giornali e telegiornali facevano a gara a intervistare Antonio Di Pietro, sostituto procuratore della Procura di Milano che dette l'avvio a quella che fu definita dalle cronache e dalla storia una rivoluzione che rovesciò l'assetto politico e istituzionale della Prima repubblica. Cossiga in un'intervista sentenziò: "Di Pietro è in politica anche se non lo sa". Non compresi subito quel passaggio, in quanto Di Pietro entrò in politica molto tempo dopo. Solo successivamente compresi che quando divieni famoso per le cose che dici o il ruolo che rivesti tanto da creare correnti di pensiero o consensi, sei già in politica anche se fai - bene o male -, altri mestieri.

Orbene, in questi giorni due burocrazie, nel senso di due strutture amministrative al servizio del Governo, lanciano apocalittiche dichiarazioni contro le proposte dei presidenti delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato di riportare in sede politica le decisioni in tema di pensioni e welfare. In una corretta dinamica istituzionale, i vertici di questi uffici o Agenzie dipendenti dal Governo, qualora riscontrassero dei rischi tecnici da queste proposte, dovrebbero o dimettersi o redigere approfonditi e puntuali rapporti riservati ai propri referenti politici, i rispettivi Ministri, ai quali e solo ai quali spetterebbe una replica sul piano politico ai rappresentanti del Parlamento.

Invece no. Assistiamo a una vicenda paradossale, nella quale il Presidente dell'Inps - Agenzia governativa alle dipendenze del ministro del Lavoro -, replica con toni apocalittici e dati terroristici, ai Presidenti delle Commissioni parlamentari - unica istituzione composta da rappresentanti scelti direttamente o indirettamente dai cittadini -, rei di aver proposto di riportare in sede politica e non tecnica una delicata scelta politica, ovvero quella di posticipare l'elevazione a oltre 67 anni dell'età per poter andare in pensione di vecchiaia.

Ora il sistema previdenziale italiano è notoriamente il più solido e rigoroso tra quelli occidentali e, a parte il Presidente dell'Inps e il Fondo monetario internazionale - del quale non si ricorda negli ultimi 30 anni una ricetta economica suggerita o adottata che non abbia portato al fallimento o alla bancarotta il Paese in questione -, il giudizio è internazionalmente condiviso. Pertanto, non essendo più l'Italia in emergenza economica, queste scelte sono e dovrebbero essere politiche e in quella sede dovrebbero essere riportate.

In questa vicenda ciò che preoccupa non è solo il merito della vicenda che pure presenta elementi critici, ma e soprattutto, il metodo, ovvero l'assunzione di un ruolo politico da tecnici irresponsabili, nel senso di soggetti (i tecnici) che a differenza dei politici non si sono sottoposti al vaglio di un giudizio elettorale. Insomma, parafrasando Cossiga stanno facendo politica e non il loro mestiere, con l'aggravante, nel caso di specie che gli attuali attori lo fanno consapevolmente, senza rischi e con riferimenti internazionali e finanziari chiari.

Ci aspettiamo dalla politica, di ogni orientamento ideale, una risposta forte o quantomeno qualcosa di simile alla replica che fece Charles Dickens alla pubblicazione da parte di un giornale del suo necrologio "Caro Direttore apprezzo la sua citazione che al momento però risulta alquanto prematura". Per quanto riguarda il welfare e la previdenza, così come la insegnano alla Bocconi, abbiamo già visto all'opera il Prof. Monti con la riforma Fornero, non vorremmo sperimentare di nuovo le loro ricette "cucinate" dalle loro brutte copie che amano così tanto i poveri da volerli replicare.