Tutto quello che si sta replicando in questi giorni con una desolante monotonia ha veramente dell’incredibile, con 956 colleghi superstiti dell’area A sull’intero territorio nazionale (dei quali circa la metà tra Lazio e DG) presi letteralmente a pesci in faccia dall’amministrazione e dalle OOSS concertative.
Nel merito la posizione assunta dalla USB, costellata da almeno 20 anni di lotte portate avanti in beata solitudine, è arcinota ma ora vale la pena rammentarla.
Essa muove da quanto è statuito dalla nostra Costituzione all’art. 36 e cioè: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata sia alla quantità che alla qualità del lavoro svolto”. Ed il manifesto sul mansionismo (vedi allegato) parte proprio da questo assunto al fine di evitare possibili discriminazioni tra colleghi.
Perfettamente in linea appare anche il recente orientamento dell’ARAN n. 1844 rilasciato a seguito di quesito posto dal comparto Regioni ed Autonomie Locali.
Cancellare le disuguaglianze, anziché aumentarle, dovrebbe essere una priorità assoluta per tutte indistintamente le OOSS che, tuttavia, non riesce a tradursi in realtà, a causa di reiterate “adunate oceaniche” e tristemente noti proclami.
Di quale sviluppo economico poi parlino i confederali resta francamente un mistero, anche in merito al recente CCNI che per i colleghi di area A, come giustamente hanno urlato al limite dell’esasperazione gli Irregolari di Monteverde, resta una presa per i fondelli infinita.
I risultati del chiudere un contratto in un’ora e mezza oggi sono sotto gli occhi di tutti. Esso contiene aberrazioni quali ad esempio: l’aumento (è solo un eufemismo) previsto per gli A1 ammonta a 7,84 euro lordi (!), mentre per gli A2 è uguale a zero, perché l’intero differenziale verrà riassorbito. Grazie alle OOSS firmatarie.
Gli ultimi tra gli ultimi non riescono a trovare posto neppure nella nuova riorganizzazione, proprio non si riesce a capire che fine faranno nelle intenzioni del presidente, di certo il nuovo modello di servizio semplicemente non li prevede... Può bastare?
Noi riteniamo che basti e avanzi. Perché alla radice di ogni sperequazione c’è la questione morale della dignità dei lavoratori e non soltanto il problema economico. Però diciamolo a chiare lettere: se i colleghi interessati dell’area A non prendono il coraggio a due mani e decidono di sostenere concretamente le iniziative della nostra OS, allora basta piagnistei (anche perché abbiamo almeno mezzo secolo sulle spalle, non possiamo più permettercelo e comunque non sarebbe serio).
Se abbiamo deciso di curare soltanto il nostro misero orticello e vogliamo morire da servi, allora facciamoci pure la tessera ai Lloyd’s come qualcuno ignobilmente propone ed affidiamoci al pool di “esperti”.
Stesso discorso per i colleghi di area B, che in questi giorni hanno dovuto sorbirsi la sciagurata proposta di frazionare in ben 6 livelli la loro area di appartenenza.
Della serie, come dividere ancora i lavoratori anziché provare ad unirli. Ma ben si può comprendere, se l’obiettivo è quello di racimolare qualche tessera fine a sé stessa pur di limitarsi a vegetare in qualche modo sulle macerie dell’Istituto.
Se qualcuno ancora non l’avesse capito, siamo all’ultima spiaggia. Il Sindacato, quello vero, è formato da tutti noi e non da chi continua ad ostacolare nei fatti l’area unica. Rimbocchiamoci le maniche allora, perché nessuno lo farà per noi.