Quello che non ti aspetti. Nel bel mezzo di una vertenza che ad oggi ha portato in piazza migliaia e migliaia di lavoratori e non può dirsi formalmente conclusa, la Direzione Generale trova il tempo di emanare il messaggio Hermes n. 16024 con una successiva informativa alle OO.SS. sullo “Sviluppo e formazione per la valorizzazione delle persone, a supporto della integrazione e dell’eccellenza dei servizi”. Già il titolo è tutto un programma, ma dove si vuole andare a parare?
Come se nulla fosse accaduto prima e senza fare alcun cenno alla precedente fallimentare riorganizzazione, si riparte (almeno nelle intenzioni) dall’analisi dei servizi erogati ai cittadini e dalla loro effettiva fruibilità.
Cosa in realtà pensano gli utenti del caos prodotto negli ultimi anni, propedeutico allo smantellamento definitivo del nostro sistema previdenziale, viene opportunamente accantonato per fare posto, nella ricerca di una nuova verginità, alla costituzione di una non meglio identificata “mappa di orientamento” utile forse non tanto a visualizzare i progetti, le finalità, le fasi ed aree di correlazione, quanto piuttosto a ritrovare la bussola. Che punta immemore ed impietosamente sempre sulla stessa stella polare: il miglioramento dei servizi ai cittadini grazie ad un personale motivato.
A parte il fatto che i cittadini di questi cosiddetti miglioramenti visti i precedenti farebbero volentieri a meno, ci sembra veramente di essere nella fantascienza più assoluta. Non sono evidentemente bastati i guasti prodotti da noti “disaster manager” nelle sedi sperimentali i cui lavoratori vengono tuttora canzonati con affermazioni tipo “Frosinone si è sempre resa disponibile alla sperimentazione”.
Non sono bastate neppure le decurtazioni del premio incentivante ai dipendenti di una intera Filiale nella misura del 20% (vertenza non definita: Casilino). Così come non è purtroppo bastata la lacerazione interna del tessuto pregnante del nostro Istituto, aggravata dall’indecoroso mercato delle posizioni organizzative.
Cose che troppi dirigenti ex INPDAP tuttora non sanno o fingono di non sapere. E comunque ci si riprova.Nella road map sono anche previsti incontri ravvicinati del sesto e settimo tipo, naturalmente a prescindere dalle procedure informatiche che non funzionano.
Velo pietoso da stendere sulla valutazione della performance esclusivamente in termini (manco a dirlo) di efficienza produttiva e di un ipotetico miglioramento formativo (autentico UFO), sulle cinghie di trasmissione e sulle leve gestionali.
Ma ciò che inevitabilmente balza agli occhi scorrendo la succinta informativa è la pedissequa ripetizione del temine “condivisione” a supporto dell’integrazione in atto. Una condivisione di obiettivi, di finalità, di progetti e finanche di valori, che risulta troppo ostentata. E che ci riporta a mente la fase di normalizzazione più o meno palese che segue sempre i periodi oscuri di ogni storia istituzionale.
Insomma, dopo aver distrutto tutto quello che si poteva distruggere, dopo aver esternalizzato una montagna di servizi, dopo aver cassato dal vocabolario INPS la trasparenza negli appalti e il diritto ad una vera contrattazione, dopo averne fatte di cotte e di crude, si mandano messaggi di apertura e di condivisione da un altro mondo ai superstiti, trovando pure strano che non siano tutti motivati.