Ieri pomeriggio si è svolto l’incontro con il Direttore Generale, ottenuto dopo le pressioni esercitate all’interno dell’Osservatorio nazionale sulla produttività.
Un ulteriore anche se parziale risultato è stato ottenuto, per noi comunque insufficiente: la produttività ordinaria delle Sedi delle aree di Roma e Napoli è stata portata a 100. Stesso parametro 100 anche per Foggia e la sede regionale della Valle d’Aosta (quest’ultima per errore era ancora indicata a 90 nel prospetto presentato dall’amministrazione).
Resta invece invariata la situazione delle seguenti Sedi:
Rieti 80, Isernia 95, Salerno 95, Taranto 95, Andria 95, Brindisi 95, Rossano 80, Reggio Calabria 95, Noto 90. Resta in sospeso l’esito della Sede Regionale Puglia, attualmente a 95, per la quale occorre fare la media regionale.
Dalla discussione è emerso che il mancato raggiungimento degli obiettivi di produttività è dovuto ad una cattiva programmazione dell’attività, alla mancata attivazione della sussidiarietà e ad alcune mobilità in entrata nelle Sedi interessate dai tagli. Tutte responsabilità ascrivibili alla dirigenza, per le quali a pagare sono i lavoratori con penalizzazioni che arrivano a superare, lo ripetiamo ancora una volta, i 1.000 euro annui individuali. L’amministrazione centrale si è comunque rifiutata di consegnarci le giustificazioni prodotte dai direttori rispetto al mancato raggiungimento degli obiettivi.
Non era velleitaria, quindi, la nostra richiesta di pagamento pieno dell’incentivazione a tutti i lavoratori, perché le responsabilità sono principalmente in capo a chi dirige e fa programmazione e non possono essere scaricate sui lavoratori. Se altri sindacati avessero fatto fronte comune con noi, dando più forza alle mobilitazioni e alla pressione sull’amministrazione, oggi il risultato sarebbe diverso. Invece hanno scelto di placare gli animi, di fornire rassicurazioni che si sono rivelate infondate, come nel caso di Rieti nel Lazio. Di questo, oggi, i lavoratori dovrebbero chiedere conto.
In questi mesi le iniziative di lotta come la manifestazione nazionale del 22 giugno a Roma, insieme alle continue pressioni da noi esercitate sull’amministrazione e agli interventi incisivi di qualche direttore regionale, hanno prodotto significativi recuperi rispetto alle tabelle iniziali presentate dall’amministrazione centrale negli osservatori. Tuttavia, anche se abbiamo la convinzione di aver fatto il possibile, il risultato finale non possiamo considerarlo soddisfacente. Se si utilizzeranno per l’incentivo i 15 milioni di euro che dovevano finire nelle tasche di chi ha superato le selezioni con decorrenza 1° gennaio 2010 e i resti di altri capitoli del Fondo come quello delle indennità, a livello individuale molto potrà essere recuperato e la maggior parte dei lavoratori percepirà un incentivo anche superiore a quello del 2009. Ma questa è la politica dei furbi: di chi toglie da una parte, non riconoscendo un diritto economico a chi ottiene un passaggio, per poter coprire la coperta degli incentivi che si è rivelata troppo corta. Siamo convinti che alla lunga le furberie non paghino, ma questo dovreste sostenerlo per primi voi lavoratori rafforzando le posizioni di chi si batte ogni giorno per sostenere le ragioni dell’uguaglianza e delle regole certe.
BRUNETTA TRA NOI
Come fate ad ignorare che la firma di alcuni contratti integrativi, come quello del 2010 all’INPS, ha prodotto un arretramento della possibilità per il sindacato di avere strumenti contrattuali di difesa dei lavoratori?
Nel Contratto integrativo 2010 c’erano i passaggi con decorrenza 1° gennaio 2010, una cosa che abbiamo voluto fortemente e che abbiamo costruito insieme a molti di voi con le mobilitazioni dell’autunno dello scorso anno e con la firma dell’Accordo triennale di programma 2010-2012. Credete che non ci sarebbe piaciuto firmare quel Contratto integrativo? Purtroppo altri sindacati hanno accettato che l’accordo recepisse formalmente le norme della Riforma Brunetta, sia nella disgraziata parte che riguarda le relazioni sindacali sia in quella altrettanto funesta della finta meritocrazia.
Ebbene oggi tocchiamo con mano i frutti avvelenati di quell’accordo. L’amministrazione centrale ha infatti negato la contrattazione da noi richiesta per la ripartizione dei 324 passaggi a C1, sostenendo che il Contratto integrativo 2010 ha recepito le norme della Riforma Brunetta che considera tale materia oggetto di sola informativa e non più di trattativa, come invece prevede l’attuale contratto nazionale di lavoro ancora in vigore.
Anche di questo dovreste chiedere conto a chi ha firmato il Contratto integrativo 2010.
FP CGIL INPS FILP FIALP CISAL USB PI INPS