Abbiamo già evidenziato in passato un impiego distorto degli ispettori di vigilanza ed una tendenza, sempre più marcata, a trasformare l’attività ispettiva in attività di consulenza al servizio delle imprese. La cosiddetta “Operazione Poseid one”, che sta interessando tutti gli ispettori dell’INPS, definizione altisonante che richiama il vezzo di dare un nome alle operazioni contro la criminalità, per la verità dovrebbe chiamarsi “Operazione Confessionale”, perché consiste nel ricevere per appuntamento potenziali contribuenti, ai quali è stata inviata una lettera in quanto possessori di Partita IVA o per aver dichiarato un reddito da lavoro autonomo nell’anno d’imposta 2006, cercando di carpire informazioni utili ad incastrare eventuali elusori e costringerli ad iscriversi alla gestione commercianti o a quella separata. E’ forse questa la funzione che dovrebbero svolgere gli ispettori di vigilanza?
Immaginiamo folle di lavoratori autonomi accorrere al richiamo dell’INPS e cadere folgorati sulla via della redenzione, di fronte all’ispettore di turno in veste di psicologo padre confessore.
In questo modo, però, si tengono impegnati gli ispettori di vigilanza facendogli praticare la questua contributiva, evitando che vadano a rompere le scatole alle imprese, soprattutto in questo periodo di forte crisi economica.
Abbiamo sempre sostenuto l’importanza sociale della funzione ispettiva ed oggi ne siamo ancora più convinti. Per questo torniamo a rivendicare una maggiore autonomia dalla politica ed un maggiore investimento in tale attività. E’ stato bandito un concorso pubblico per la ricerca di nuovi ispettori, è stato chiesto un incremento dei posti, ma non si sa quando e se il governo autorizzerà le assunzioni.
Perché non si incomincia a cercare tra le professionalità interne, promuovendo una selezione per il profilo della vigilanza e recuperando quanti sono già risultati idonei a precedenti selezioni?
Perché non si discute del documento emerso dal dibattito in commissione vigilanza, frutto peraltro di un compromesso a ribasso, prevedendo un preciso percorso professionale per l’area della vigilanza?
Perché non si rivendica una linea d’intervento autonoma sulla vigilanza, limitandosi ad applicare le direttive del potere politico?
Si vuole forse affossare o smantellare l’area della vigilanza?
Subito dopo la pausa estiva riprenderemo la discussione e l’intervento su queste importanti questioni, perché vi sia da parte dei lavoratori coinvolti un diverso protagonismo.
Pace e bene agli uomini di buona volontà, estirpiamo il maligno dai cuori di chi non crede ai benefici della contribuzione e riportiamo sulla retta via elusori ed evasori.