Il Coordinamento nazionale USB Pubblico Impiego INPS, riunito a Frascati (Roma) nelle giornate del 24 e 25 gennaio 2014, esprime contrarietà in merito all’ipotesi del cosiddetto prestito pensionistico, anticipata dalla stampa nei giorni scorsi.
Ancora un intervento legislativo che non guarda all’interesse dei lavoratori ma ha come obiettivo prioritario assicurare maggiore flessibilità alle aziende nella gestione delle uscite dall’attività produttiva. Al lavoratore delle aziende private che lascerà volontariamente l’occupazione con tre anni d’anticipo rispetto ai requisiti previsti dalla riforma Fornero saranno riconosciuti circa 800 euro mensili per il periodo tra l’uscita dal lavoro e la decorrenza della pensione. Trattandosi di un prestito, tale cifra sarà restituita con una decurtazione mensile del 10-15% dell’assegno pensionistico.
Quella che viene presentata come un’opportunità per il lavoratore è in realtà una fregatura, che serve probabilmente a risolvere in modo strutturale il problema degli esodati e quello dei lavori usuranti e pericolosi, scaricando sui lavoratori oneri che dovrebbero essere in capo alle aziende e allo Stato.
Un intervento legislativo di corto respiro, che guarda all’oggi ma che difficilmente potrà interessare chi andrà in pensione con il calcolo esclusivamente contributivo ed un assegno da fame. Certamente quei lavoratori non potranno permettersi di vedere decurtata la propria misera pensione di un 15%.
Senza contare che sarebbe un altro adempimento che l’INPS si troverebbe a gestire con un organico ormai inadeguato a reggere l’urto di nuove competenze, anche a seguito di una spending review che sta estromettendo dall’ente previdenziale numerose professionalità.
Il Coordinamento nazionale della USB Pubblico Impiego INPS ritiene che sia necessario un intervento radicale sul sistema pensionistico pubblico che restituisca valore e dignità alle pensioni erogate dall’INPS che, già oggi, per oltre il 70% sono inferiori a 1.000 euro mensili lordi. Quando andrà a regime il sistema di calcolo contributivo, l’INPS erogherà in massima parte assegni sociali, trasformando le proprie funzioni in ente prettamente assistenziale. Si può e si deve intervenire con immediatezza sulle pensioni, mettendo mano alle diverse tipologie di lavoro per cancellare quelle che producono precariato, uniformando le aliquote contributive a quella del lavoro dipendente, andando a recuperare le risorse sottratte dall’evasione e dalla corruzione.
Il Coordinamento nazionale della USB Pubblico Impiego INPS continuerà a battersi per restituire funzioni all’INPS, abolire la previdenza complementare privata, ripristinare un’età pensionabile che non coincida con il decesso del lavoratore e conquistare un adeguato assegno pensionistico che assicuri una vecchiaia dignitosa.
Ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza con 1 voto contrario e 1 astenuto.
Roma 25 gennaio 2014
Coordinamento Nazionale USB INPS