Mentre l’OCSE ha appena certificato la riduzione dei salari in Italia dal 2021 di ben il 7,2%, i rinnovi contrattuali prevedono salari abbondantemente sotto il livello dell’inflazione. Per il governo Meloni, per le centrali sindacali Cgil, Cisl e Uil e per le associazioni padronali i salari dei lavoratori devono pertanto continuare a scendere. Con i salari in questi anni sono diminuiti anche i diritti, mentre sono cresciute la ricattabilità e la precarietà del lavoro e si sono abbassate le soglie della sicurezza.
E mentre le retribuzioni sono in calo, i prezzi delle tariffe dei beni essenziali e degli affitti continuano a salire. Sono milioni quelli che non riescono più a curarsi e il disagio abitativo è in forte aumento. Crescono le disuguaglianze sociali ma anche territoriali.
In un Paese senza futuro, alle prese con una profonda crisi industriale, si scopre che ci sono centinaia di miliardi a disposizione del riarmo, per l’acquisto e la produzione di nuovi armamenti.
L’USB dice no a queste scelte intollerabili e chiama alla mobilitazione. Il 5 aprile alle ore 14 piazza Ss. Apostoli - Roma