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Lazio

RELAZIONI SINDACALI NEL WATER

Roma,

Comunicato n. 23/17

Quattro mesi dopo l’ultima convocazione ufficiale datata 31 maggio 2017 tutti insieme appassionatamente ci si rivede al tavolo regionale per l’interpretazione autentica del quesito che in sostanza la DG ci ha rimbalzato non essendo entrata nel merito di un problema che poteva essere risolto prima, inerente il telelavoro domiciliare.

Una volta riconosciuta l’autonomia del tavolo negoziale e avendo registrato in entrata un numero di domande superiore ai posti effettivamente disponibili, la precedenza è stata data (com’era del resto logico presupporre) ai contratti in essere, rispetto ad altre più recenti domande che sono state comunque legittimamente presentate, nei casi di necessità, presso le due segreterie operative.

Il numero delle attività telelavorabili è ancora aumentato (vedi documento allegato), mentre situazioni documentate di estrema gravità saranno esaminate e vagliate a parte.

Ricompattato faticosamente il tavolo sul primo punto all’ordine del giorno, stessa sorte non è toccata alla proposta invero impresentabile di apertura straordinaria delle sedi dell’area metropolitana, per svolgere particolari adempimenti, sempre su base volontaria, nella giornata del sabato.

La DCMR si è lungamente sperticata sulla necessità di attivare tutta una serie di lavorazioni data la gravità della situazione, ricevendo subito la piena disponibilità della sola CISL nonostante il piano operativo fosse manifestamente insufficiente.

Nel merito, abbiamo innanzi tutto denunciato la scorrettezza preventiva di talune direzioni che hanno pensato bene di intavolare trattative private con i dipendenti in assenza di un regolare accordo tra le parti e prima ancora della convocazione.

Un comportamento purtroppo misero e poco dignitoso che la DCMR si è affrettata immediatamente a derubricare in una innocua operazione di “mero sondaggio”.

Più in particolare ed entrando nel merito della proposta abbiamo poi fermamente rigettato l’intero impianto, per motivi di carattere normativo (con l’articolazione dell’orario di servizio spalmata ad oggi su 5 giorni lavorativi), di carattere tecnico ed organizzativo (quale eccezionalità, se si prevedono 8 – 10 sabati nel computo complessivo?), di carattere economico (certo negativo il rapporto costi/benefici), da ultimo di carattere politico (perché non è possibile arrivare ogni volta alla fine dell’anno per accorgersi che più di qualcosa non funziona a danno del personale).

Armandoci di una santa pazienza e provando a non raccogliere altre provocazioni abbiamo successivamente formulato anche delle proposte concrete che saranno verificate in occasione della prossima indispensabile convocazione di cui la stessa DCMR si è resa garante sul tavolo regionale:

  • lavorazioni da effettuarsi nel corso della settimana lavorativa;
  • lavorazioni da effettuarsi prevedendo anche l’effettuazione in turni;
  • lavorazioni con l’eventuale sostegno della banca ore.

Resta comunque l’impressione di fondo che nulla è cambiato, che tutto il sistema di fatto non funziona e che il solo rimedio sembra quello di mettere adesso delle pezze a colori, bypassando vergognosamente in maniera bieca relazioni sindacali sempre più fastidiose e di cui si vorrebbe probabilmente fare a meno.