Sono state decisamente troppe le prese per i fondelli ed i tentativi, più o meno palesi, da parte dell’amministrazione a ogni livello di coinvolgere i lavoratori in situazioni o su temi apparentemente di interesse generale, in realtà giusto per tutelare al meglio ben altri interessi o semplicemente portare l’acqua al mulino di un accorpamento imposto e non condiviso che si ritiene comunque scontato. E’ così che bontà sua la direzione regionale scopre, solo cinque anni dopo il suo insediamento, che i dipendenti delle aree A e B non possono svolgere mansioni superiori. Infatti con la recente integrazione essi diventano troppi, il fenomeno non si riesce più a controllare e il rischio, per i cosiddetti dirigenti responsabili, di pagare poi di persona diventa oggettivamente più alto.
A meno che non ci si riferisca agli adempimenti svolti in INPDAP, per sostituirli bellamente con altri servizi nuovi di zecca, considerata la complessiva carenza organica dell’attuale super INPS. Non è più un mistero per nessuno infatti che i neo colleghi di INPDAP ed ENPALS vengano sovente utilizzati come tappabuchi. Resta da rimarcare la tardiva presa di coscienza sulla via di Damasco da parte di una direzione regionale che per la verità finora delle mansioni non si era mai preoccupata, mentre altre OOSS millantavano improponibili percorsi di carriera per gli ultimi, occupandosi in realtà di assegnare nuove posizioni organizzative. A livello nazionale d’altro canto la comunicazione inviata recentemente tramite mail dalla Direzione Centrale Formazione e Sviluppo delle Competenze inerente la compilazione del questionario denominato “INTERVISTA-TI” (sapientemente divulgato dall’amministrazione sull’intero territorio) ha ovviamente suscitato, la scorsa settimana, una immediata reazione del nostro coordinamento regionale. Gli autori del questionario infatti sorvolano su tutta una serie di problematiche non risolte: dalla presunta integrazione tra gli enti INPS, INPDAP ed ENPALS di fatto imposta per decreto al completo disconoscimento di quello che è stato un autentico inglobamento (il pesce grande che mangia il più piccolo), dalla totale mancanza di risorse oggettivamente necessarie per poter realizzare una simile operazione al fatto che questa integrazione si dia arbitrariamente per scontata. Entrando poi nel merito delle questioni di stretto ambito regionale la situazione delle sole 3 sedi (sulle 18 complessive) che hanno subìto pesanti ripercussioni, dovute alla presunta integrazione, è da considerarsi semplicemente disastrosa. Per questo motivo coerentemente con le posizioni espresse su entrambi i tavoli abbiamo invitato tutto indistintamente il personale della regione a non avallare in alcun modo, sia pure in una via indiretta con la semplice ed apparentemente innocua compilazione del questionario, un percorso intrapreso ancora una volta unilateralmente dall’amministrazione.
Non a caso, il fatto che il 40% circa dei dipendenti abbia nel frattempo risposto (purtroppo) alle domande inserite nell’ambiguo questionario, è stato utilizzato immediatamente in maniera strumentale per accreditare la becera rilevazione.
Tutto ciò mentre della graduatoria regionale della mobilità, la cui pubblicazione ufficiale è stata ancora rinviata, si sono ormai perse definitivamente le tracce…
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