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Lazio

LA PAZIENZA HA UN LIMITE

Roma,

Comunicato n. 02/14

Niente di nuovo è purtroppo emerso dal quarto sopralluogo effettuato ieri dalla USB presso lo stabile di via Spegazzini assurto ad emblema di una integrazione logistica svolta in maniera del tutto superficiale inseguendo logiche dissennate.

Ad oltre un mese di distanza dal precedente sopralluogo, nulla ma proprio nulla è cambiato nei 10 piani (7 esterni + 3 interrati che ancora attendono il cambio di destinazione d’uso) dell’edificio incriminato: in pratica non si è mossa foglia.

Inutile provare ancora a discutere con una amministrazione sorda alle richieste più che legittime inoltrate nell’arco di 200 giorni dalla RSU, fin troppo paziente. Perché proprio 200 giorni sono trascorsi dalla metà di giugno dello scorso anno fino alla data odierna senza che in realtà cambiasse qualcosa, a parte trafelate  verifiche e sopralluoghi improvvisi agli ambienti di lavoro da parte dei dirigenti responsabili (guarda caso sempre successivi a nostri circostanziati comunicati).

Quel che al momento fotografa perfettamente la situazione sono le pulsantiere

abbandonate in uno scatolone nello stanzino del primo piano che pure, a detta del datore di lavoro, avrebbero dovuto essere sistemate subito agli sportelli già ricavati forzosamente in appositi gabbiotti senza senso (regionale 21.10.2013). Perché di questo in sostanza ora si tratta o per meglio dire si sarebbe trattato: offrire un semplice e chiaro segnale di buona volontà a tutti i soggetti coinvolti, dal personale della cosiddetta sede integrata (in realtà solo bistrattata) ad una utenza che è sempre più esigente e numerosa, al tempo stesso giunta al limite della sopportazione, anche perché la corrente continua regolarmente a saltare. Risposte minimali dunque, dovute quanto meno per una forma di correttezza e ben sapendo che neppure è stata bandita la gara d’appalto riguardante i lavori previsti per l’adeguamento degli sportelli, ben sapendo che ai piani 4 – 5 – 6 la scala di emergenza dalla quale accede il pubblico continuerà ad essere esposta alle intemperie, ben sapendo che i lavori per evitare ogni possibile infiltrazione dalle finestre con apposite paratie non inizieranno mai. Per mancanza di fondi. Ma per ottenere queste risposte sui massimi sistemi bisognerà forse attendere altri 200 giorni, tenendo presente che questi lavori considerati ormai utopistici, una volta iniziati, dovranno comprensibilmente perdurare ancora 15 – 18 mesi. Con tanti saluti alle inevitabili interferenze di cui al DUVRI o Documento Unico di Valutazione del Rischio Interferente, che va redatto per conto del datore di lavoro di una impresa committente ed inserito sempre nel contratto di appalto. 

Ci rendiamo perfettamente conto che queste sono solo ipotesi avveniristiche in una sede al momento ancora sprovvista del DVR. Sarà rimasto in un polveroso cassetto oppure in esso manca il Piano delle Misure di Adeguamento? O magari il Piano delle Misure di Prevenzione? Ma poi... di quali misure stiamo parlando? Nel frattempo i topi hanno raggiunto il primo piano, dove sono rimasti folgorati da uno dei tanti cavi che fuoriescono in ordine sparso da torrette elettriche che forniscono energia a 3 – 4 siti per volta, date le prese insufficienti. La speranza è che non siano passati dal bar, la sopravvivenza del quale è adesso scaricata irresponsabilmente sul personale. Della serie: attenti, che potremmo chiuderlo! All’alba del nuovo anno, in attesa del prossimo inutile sopralluogo, non ci resta che un amaro commento: “Ma fino a quando abuserete della nostra pazienza?”