Il giorno 9 aprile 2025 hanno scioperato i dipendenti della Romeo Servizi, società di pulimento in appalto presso la Presidenza del Consiglio.
Uno dei motivi scatenanti delle rivendicazioni sindacali è legato all'uso dell'app, mal funzionante, che la Romeo Gestioni ha preteso che i lavoratori la installassero sul loro telefono personale: su questo una segnalazione di USB che è stata inoltrata al garante della privacy e attendiamo risposte.
Ai lavoratori, infatti, è stato detto che non verranno retribuite le giornate di lavoro nel caso in cui le timbrature non venissero registrate nell'app, nonostante siano presenti e svolgano le prestazioni.
Altro motivo che ha portato allo sciopero sono le ferie estive: è stato chiesto ai lavoratori di indicare il periodo in cui goderne, ma questa risposta deve essere data entro due giorni.
Uno degli argomenti degli ultimi incontri svolti tra USB e la Romeo Gestioni è proprio la discussione sulla normativa vigente sulle ferie D.lgs 66/2003. 15 giorni vengono scelti dai dipendenti e gli altri concordati con la società, ma se i lavoratori hanno tempo due giorni per comunicare quali saranno non hanno comunque il tempo di organizzarsi.
I lavoratori in assemblea hanno, comunque, dato tempo alla società di poter chiarire questi comportamenti unilaterali: attraverso una ulteriore ora di assemblea chiedendo, semplicemente, due righe scritte su una PEC dalla Romeo Gestioni, con le quali rettificasse le dichiarazioni sugli eventuali mancati pagamenti e sulle tempistiche di comunicazione ferie.
La comunicazione non è arrivata, quindi i lavoratori, che si sono sentiti ancora una volta presi in giro, hanno indetto lo sciopero e hanno dato luogo ad una protesta nei pressi della Presidenza del Consiglio.
Ulteriori rivendicazioni da tempo soppresse, a questo punto, sono riemerse: ai lavoratori del pulimento in appalto, nei palazzi del potere o comunque nelle sedi del pubblico impiego, viene applicato il CCNL Multiservizi. Un contratto collettivo che non permette una vita dignitosa e che costringe i lavoratori ad una vita di privazioni e stenti: la paga base di circa 7 euro l'ora, non c’è possibilità di aumenti di livello nel tempo perché esclusivamente legati alla mansione, un unico scatto di anzianità al quarto anno di servizio. Una gabbia salariale senza via di scampo.
Nell'appalto in questione regnano i contratti part-time, anche di tre o quattro ore al giorno. Alcuni lavoratori, pur di aumentare il salario, svolgono orario spezzato e quando viene chiesto loro di svolgere le attività dei colleghi assenti subiscono l'umiliazione di dover “elemosinare” almeno un’ora in più, senza riuscire ad ottenerla. Tutto ciò si traduce in salari di circa 400 euro.
Finalmente, durante la protesta, arriva la notizia dell'interessamento della società alla questione: i suoi rappresentanti si sono presentati velocemente. Verbalmente, la Romeo Gestioni si impegna alla verifica del funzionamento dell'app, alla retribuzione delle giornate in cui è assente la timbratura e ad incontrare mercoledì 16 aprile USB.
Vogliamo lavoro, diritti e dignità. Fermiamo questa speculazione salariale, che avviene proprio all'interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
USB Roma