Le “truppe migliori” allocate nel distaccamento a sud ovest della capitale hanno deciso di farsi sentire e negli ultimi venti giorni respingono con un fuoco di fila i reiterati tentativi di dare inizio ad una ennesima sperimentazione non condivisa (a partire dal prossimo 2 luglio), decisa con una improbabile formazione estiva.
La Fata Nocciola le prova tutte e, suo malgrado, è costretta a girare per ben 2 volte le sedi che fanno parte della Filiale cercando di convincere i lavoratori che proprio non capiscono il senso di questa nuova opportunità da prendere a volo. Colpa di una cattiva informazione (documenti che girano “eccessivamente” tra le sedi) che evidenzia problematiche ritenute comunque ampiamente superate.
Il fatto che Gerlando il Vecchio e Lapis Mary, oltre al tristemente noto Disaster Manager, non abbiano la benché minima intenzione di imbarcarsi in una nuova avventura probabilmente senza ritorno, non scalfisce minimamente la testarda Fata Nocciola che, presa da sacro furore, intende addirittura anticipare i tempi, evitando accuratamente ogni riferimento a precedenti demenziali Linee guida.
A dispetto di chi non recepisce i segnali di pericolo, i lavoratori respingono ogni possibile provocazione e si dimostrano fermi nelle loro legittime rivendicazioni. Non si possono certo sconfessare le assemblee e allora si cerca squallidamente di ingessarle, ma fioriscono le petizioni spontanee con tanto di nome, cognome e firma leggibile per esteso, a scanso d’equivoci matricola personale compresa.
Insomma, l’avvio di questa sperimentazione nella sperimentazione già fissato a prescindere dal prossimo luglio viene respinto ovunque senza appello. I colpi di bacchetta magica non bastano più, la Fata Nocciola si arrampica sugli specchi, prova a decantare la bontà del prodotto, ma alla fine è costretta ad un secondo magical mistery tour, tra le quattro sedi di una Filiale “altamente competitiva”.
Sperticate promesse sull’ultima mezz’ora non obbligatoria da sistemare (non si sa come) di volta in volta all’EUR che è comunque chiamata “a dare l’esempio”, incredibili sproloqui sui soggetti giuridici abilitati ad Ostia per evitare che venga consultata la base (col Mago del Lido che alla fine sbotta lapidario: “Su questo deciderà l’assemblea”), edulcorati riepiloghi e millantato avvio della formazione per tutti a Pomezia, con interessanti proposte di modifica che neppure vengono riportate all’assemblea dei lavoratori. Tutte le sedi della Filiale accomunate da una vera e propria autogestione.
La tosta Monteverde, roccaforte del dissenso, viene opportunamente lasciata per ultima e, guarda caso, convocata lo scorso 22 giugno, in concomitanza con lo sciopero generale nazionale, di cui stranamente ci si dimentica. Insomma, la Fata Nocciola ci prova, ma deve fare subito macchina indietro, per evitare la preannunciata denuncia della USB.
La totale disfatta a questo punto si profila improvvisa. Ed allora bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi, facendo magari scintillare qualche moneta d’oro. Non resta che oliare bene la collaudata cinghia di trasmissione fornita dal gatto e dalla volpe, scomparse le comparse. Un dubbio improvviso a questo punto ci assale: e se la Fata Nocciola dai modi suadenti, quella pagata (lo rammentiamo) per pensare come spremerci meglio, fosse in realtà una strega?
Ma soprattutto, i dieci inoppugnabili documenti dieci ad oggi allegati (senza contare quelli di Latina, Viterbo, Tiburtino e Amba Aradam) basteranno ad arginare un simile sfascio?