Le assurdità che incombono da troppi anni nella gestione delle strutture psichiatriche di Reggio Calabria, andrebbero urlate ai 4 venti. Ma la politica tace e tace pure la società civile. È arrivato il momento di dire: BASTA!
- basta al blocco dei ricoveri che vige da più di 8 anni; un atto di inciviltà che non è possibile tollerare!
- basta al disconoscimento delle strutture psichiatriche sorte nel 1990 che hanno consentito la chiusura del lager di Reggio Calabria, restituendo dignità ai degenti, prima ridotti allo stato di deportati!
Il nostro è un accorato appello rivolto a tutte le autorità, ciascuno per la propria competenza. Ci rivolgiamo a Sua Eccellenza l’Arcivescovo, perché l’azione degli enti pubblici si oppone ad ogni principio basilare di solidarietà e calpesta la dignità umana. Ci rivolgiamo al Sindaco, massimo garante della Tutela della Salute, ignorata dalla pubblica amministrazione. Ci rivolgiamo a Sua Eccellenza il Procuratore, perché crediamo che, aldilà di ogni gravissima omissione, non ci possa essere colpa più grave di negare il diritto all’assistenza alle fasce più deboli della popolazione.
La retorica posta in essere da parte della Pubblica Amministrazione ci ha “regalato” due grandissime mistificazioni in questi anni . Non sappiamo a quale fine. Ma di certo:
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È fuori da ogni logica bloccare i ricoveri in strutture che ad oggi sono “pubbliche” (vi opera personale dell’ASP), solo perché l’iter di transizione in strutture private non si è completato (per la grave inerzia della pubblica amministrazione stessa). È uno scempio per gli utenti, per le famiglie, per i lavoratori del settore!! ma è uno scempio anche per le casse dell'ente che paga gli stipendi ai propri dipendenti ma fa trasferire i propri pazienti altrove!
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È altrettanto illogico e grave disconoscere la preesistenza di strutture operative da 30 anni, fra l’altro con personale sanitario dell’ente stesso. è un ridicolo paradosso logico che alle stesse strutture, sorte 33 anni fa per iniziativa della regione e della azienda sanitaria, venga ora imposto di chiedere alla regione medesima “l'autorizzazione alla realizzazione”!
Ad onor del vero, bisogna dare atto che, nell’indifferenza generale, è stato (solo) l’attuale Direttore Generale a ristabilire la verità: “si ribadisce la necessità di identificare strategie sollecite e rapide, definendo un percorso di accreditamento destinato alla peculiarità delle strutture già esistenti evitando che le stesse vengano considerate come nuove strutture, superando la necessità che esse procedano alla richiesta di essere autorizzate alla realizzazione, ergo ritenendo già acquisiti i requisiti previsti dall’art. 8 ter l. 502/92”. ha scritto così la dr.ssa lucia di furia con nota prot. 40976 del 7/08/23 alle massime figure della sanità nella regione Calabria.
Riconosciamo nel Direttore Generale l’unico interlocutore che, finora, ha voluto riconoscere la verità incontestabile, lontano da ogni mistificazione e/o tornaconto che, invece, si sono annidati altrove. Annunciamo la occupazione pacifica dell’asp 5, non certo per contestare la direzione generale dell’ente, bensì in quanto promanazione della regione calabria, che sinora ha dimostrato nessun interesse alla soluzione dei problemi, ormai incancreniti dalla produzione di enormi danni. adesso deve dare risposte concrete!
L’occupazione prosegue ad oltranza sino al verificarsi, da parte della regione Calabria, di due necessari presupposti per l’interruzione:
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lo sblocco dei ricoveri in tutte le strutture preesistenti nell’asp 5, con effetto immediato e non procrastinato;
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l’adozione di un impegno formalizzato e definitivo ad accreditare tutte le strutture.
Rivolgiamo un appello, alle organizzazioni dei familiari, alle Centrali Cooperative, al Terzo settore, alle forze politiche, alla società civile. Partecipate attivamente anche voi! ne va della dignità dei pazienti, dei lavoratori del settore, della città che non può restare succube di inganni e rimandi! Uniamoci in un'unica battaglia di civiltà!
USB REGGIO CALABRIA - COOLAP