Il 19 febbraio è stato convocato al MIT il tavolo per la ratifica dell'ipotesi della parte economica del CCNL Autoferrotranvieri, già previsto il 15 gennaio scorso e rinviato in attesa di reperire le risorse di copertura.
Come già illustrato, l'ipotesi di questo CCNL prevede aumenti medi per il triennio di riferimento (2024/2026) di circa il 5,96% incluso l'una tantum prevista per questo mese, con un perdita secca del potere di acquisto degli autoferrotranvieri di più del 10%.
Questo misere cifre sono di fatto identiche a quanto previsto dal rinnovo dei contratti del pubblico impiego; ma lì abbiamo assistito allo sdegnoso rifiuto della Cgil e della Uil, mentre qui le federazioni dei trasporti dei medesimi contratti corrono a firmare senza battere ciglio, cercando pure la benedizione del Ministero dei trasporti a trazione leghista con Salvini e Rixi in prima fila.
Evidentemente, quello che giustamente è considerato insufficiente per il lavoratore pubblico, l'autoferrotranviere se lo deve far bastare e anche in silenzio stante l'assenza di qualsiasi dibattitlo da parte delle sigle sindacali.
Non solo, ma le “difficoltà” con le quali si sono reperite le risorse per finanziare questo contratto che insiste in larga parte in aziende possedute o partecipate dallo Stato e dagli enti locali, la dice lunga sulle intenzioni del Governo su questo che è uin servizio pubblico essenziale (se lo ricordano solo in caso di scioperi).
Un lavoro che si è impoverito negli anni, dal quale oramai si fugge a gambe levate, a corto di finanziamenti, che aumenta il costo del biglietto a scapito della classe popolare e che si trova piena rampa di lancio di privatizzazioni in modo da reperire le risorse per il taglio delle tasse ai ricchi e per coprire i mancati introiti derivanti dalla fine della lotta all'evasione sancita da questo governo.
Una contraddizione enorme da parte di Cgil e Uil rispetto la lotta contro le misure antipopolari del Governo Meloni e lontano anni luce dalla “rivolta sociale” di cui si parlava fino a poche settimane fa.
Sul ruolo della Cisl e le ruote di scorta Ugl e Faisa non vale la pena neanche spendere una parola.
Ma oltre la questione di merito, su questo rinnovo pesa un'enorme questione di democrazia: a tutt'oggi nessuna delle sigle sindacali ha informato tempi e modalità del referendum tra i lavoratori e lavoratorici coinvolti per permettere di esprimersi sull'intesa.
Più di 5.000 firme di autoferrotranvieri sono state raccolte in un appello lanciato da delegati RSA e RSU affinché sia permesso alla categoria di votare legittimamente sul merito del CCNL, ma segni di vita dalle sigle sindacali al momento nessuno.
Il problema della democrazia nei luoghi di lavoro sta assumendo contorni di gravità inaudita, così come inaudito è quanto già abbiamo avuto modo di vedere nella logistica, nei porti e nel trasporto aereo, ovvero la mancata consultazione trasparente e aperta a tutti i lavoratori e lavoratrici, trattati come incapaci di decidere del loro futuro.
USB non ci sta, non molla e, spinta dalla raccolta firme da parte dei lavoratori, ha dichiarato un primo sciopero nazionale di 24 ore contro questo abominio per il 24 febbraio prossimo.
Il 19 febbraio alle ore 15.00 la nostra delegazione trattante si presenterà sotto il palazzo del ministero a porta Pia a Roma per reclamare contro ala propria eslcusione e per denunciare la mancanza della democrazia nei trasporti e in questa intesa.
Con una lettera odierna, abbiamo comunicato al Ministro e alle parti sociale che laddove si procedesse all'indizione di un referendum aperto alla partecipazione di tutti lavoratori e lavoratrici coinvolti, così come è previsto dagli accordi interconfederali e come è giusto che sia, procederemo a sospendere lo sciopero
MA DIFRONTE AL SILENZIO GLI AUTOFERROTRANVIERI NON SI TIRERANNO INDIETRO
24 FEBBRAIO 2025
SCIOPERO NAZIONALE DI 24 ORE