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Sardegna

UN FRONTE SINDACALE COMUNE

Cagliari,

Con i carichi di lavoro che abbiamo, ormai rimane a tutti noi poco tempo per parlare e per ascoltare per cui, come coordinamento USB INPS Cagliari, riteniamo doveroso affrontare, in maniera più organica di quelle che possono essere un paio di parole scambiate di fretta nei corridoi o all’orologio, un argomento su cui parecchi colleghi ci stanno sollecitando, ovvero l’invito a fare un fronte comune con gli altri sindacati per affrontare il problema dei mancati rinnovi contrattuali.

L’assunto su cui si basa questa richiesta è corretto, perché è indubbio come l’unione faccia la forza (il nostro fortza paris lo testimonia), ma purtroppo (purtroppo per tutti noi lavoratori) la cosa è di difficilissima, per non dire impossibile, attuazione.

La fisica ci mostra che se si sommano due forze di uguale intensità che vanno nella stessa direzione, la loro forza totale raddoppia, mentre se si sommano due forze di uguale intensità che vanno in direzioni opposte, la loro forza si annulla.

Anche sul piano sindacale le cose non sono molto diverse: noi della USB facciamo il possibile per difendere i diritti dei lavoratori e per difendere i servizi offerti dallo Stato (che poi siamo tutti noi) ai cittadini (che siamo sempre noi) contro una galoppante privatizzazione (che finisce per fare gli interessi di pochi), per cui se unissimo le nostre forze a chi in quelle motivazioni si riconosce al limite con le parole, ma sicuramente non con i fatti, non faremmo altro che annullare le nostre stesse forze.

Come USB riteniamo infatti che CGIL CISL UIL si stiano da decenni allontanando sempre di più da quello che dovrebbe essere il dovere primario del sindacato, ovvero la difesa dei lavoratori e delle loro condizioni di vita.

I motivi di questa deriva possono essere vari, a partire da una subordinazione a quel potere politico che ha freddamente deciso che i lavoratori, i loro diritti e le loro condizioni di vita vadano sacrificati sull’altare della globalizzazione, per terminare con la trasformazione in società di servizi che ormai trovano la loro principale ragione di esistere nella gestione di patronati, CAF, fondi pensione eccetera.

E’ semplicemente una questione economica: valgono di più gli introiti delle tessere oppure tutto il resto del business? Ovvero, vale la pena di difendere in maniera concreta il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, rischiando di compromettere tutte quelle concessioni che il governo affida in regime monopolistico?

Il tutto senza dimenticare la commistione con quel potere politico per il quale la decurtazione degli stipendi dei dipendenti pubblici è un preciso calcolo economico.

E poi in fondo non è meglio se il pubblico impiego viene smantellato, se poi su quelle privatizzazioni ci si potrà guadagnare, e pure bene?

E’ chiaro però che anche le tessere valgono qualcosa, per cui in ogni caso un tentativo di difendere il contratto bisogna pur mostrarlo, e quindi non ci sembra per niente strano vedere come adesso quegli stessi sindacati si stiano agitando. Il problema è uno solo: stanno facendo sul serio?

Per noi la risposta è molto semplice, ed è no.

E questo non lo diciamo noi, ma lo dicono semplicemente i fatti: il blocco del nostro contratto era già riportato nero su bianco, ad aprile, sul Documento di Economia e Finanza (DEF), dove alla sezione II, pag. 34, era indicata chiaramente l’intenzione di non rinnovare i contratti fino al 2020, prevedendo per il solo triennio 2018-2020 l’indennità di vacanza contrattuale (stiamo parlando di 8/10 euro mensili).

Se avessero fatto sul serio, CGIL CISL UIL avrebbero cominciato ad agitarsi esattamente in quel momento, magari non con uno sciopero, come abbiamo fatto noi della USB il 19 giugno, ma con una qualsiasi altra forma di agitazione.

E invece niente. Silenzio assoluto. E’ stato casuale? O era perfettamente voluto?

Non è che erano d’accordo già dall’inizio con la linea del governo ma adesso qualche segno di attività lo devono pur mostrare?

Un esempio piccolissimo: un comunicato CISL Fp di giovedì scorso (4 settembre). Non abbiate paura, non vi stiamo chiedendo di leggerlo, basta il titolo:

Pubblico impiego, Cisl Fp contro l’ipotesi di un altro blocco dei contratti

E dai, siamo ancora lì? Non è una ipotesi: l’hanno già deciso, lo stanno già facendo. E vabbè che lo scopo è quello di non smuovere troppo le acque, però non è che si esagera?

Per cui, tornando all’argomento iniziale di questo comunicato, il motivo per cui come USB saremo purtroppo costretti a combattere le nostre battaglie da soli non sarà da ricercare nella ricerca di chissà quale supremazia per arrivare a chissà quali guadagni (alla fine per noi della USB il massimo del guadagno è un bel mal di testa se tutto va bene), ma perché oggettivamente sarebbe non solo inutile, ma addirittura controproducente fare comunella con chi evidentemente ha ben altri interessi e obiettivi che la difesa dei lavoratori e delle loro condizioni di vita.

Coordinamento USB INPS Cagliari