La riunione convocata con urgenza dalla dirigente della Filiale di Roma Flaminio ieri in Agenzia a Civitavecchia aveva all’ordine del giorno l’adozione dell’istituto dell’interpello (per la copertura della posizione organizzativa di responsabile dei Flussi contabili), l’andamento della produzione e i problemi logistici della Sede.
Dopo gli opportuni chiarimenti in merito, la direzione ha precisato che, in base alla determina 70, Cerveteri (con 36.500 residenti circa) torna a Civitavecchia, mentre Bracciano si occuperà a partire dal prossimo mese di settembre solo di determinati adempimenti in sussidiarietà.
Del resto, con tutte le lavorazioni ora in telematico, eventuali trasferimenti delle istanze inciderebbero poi in maniera negativa sul cruscotto, dunque la gestione sarà accentrata in via sperimentale.
E’ stata pure messa nel giusto rilievo la particolare situazione di precarietà che attualmente vivono i nove lavoratori comandati da altri Enti che rappresentano il 25% dell’organico complessivo, mentre in proiezione futura la direzione vuole comunque rinforzare i CD/CM ed i parasubordinati, facendo leva sulla mobilità.
L’attenzione di tutti non poteva però che focalizzarsi sulla ingiusta decurtazione operata dall’amministrazione sulle retribuzioni dei lavoratori dell’intera Filiale in ottusa ottemperanza di dati che non ci stancheremo mai di definire inattendibili perché al di fuori della realtà.
Il mancato pagamento in toto dell’incentivo speciale a centinaia di colleghi è, di fatto, legato ad incomprensibili problemi sulla qualità del servizio che non tiene in alcun conto la realtà delle sedi.
Dati inaccettabili, perché avulsi dal contesto. Dati fasulli che scaturiscono da questo sistema di rilevazione che non funziona e che la stessa direzione non ha esitato a definire quanto meno “farraginoso”.
Abbiamo perciò condiviso pienamente l’impostazione fornita dalla responsabile della Filiale che, lungi dal collezionare pezze giustificative, ha relazionato in più occasioni (prima, durante e dopo il misfatto) alla DG e alla PPC con una precisa micro elaborazione dei dati che costruiscono la qualità e portano a un effettivo miglioramento. Realtà che vanno finalmente prese in doverosa considerazione.
La successiva puntuale spiegazione del come e perché si è arrivati a mettere le mani nelle tasche dei lavoratori ha rappresentato una ben magra soddisfazione per quanti, come la USB, avevano da tempo messo in guardia il personale sulle reali intenzioni dell’amministrazione. Considerazione dovuta solo all’esperienza.
Pur non essendo infatti in possesso dei dati definitivi, che peraltro ci sono stati consegnati soltanto nel corso della riunione, già dall’inizio dello scorso mese di maggio la USB aveva focalizzato il pericolo (vedi in proposito il comunicato n. 20 “Per un punto Martin perse la cappa).
Ed oggi, nonostante il recupero di ben 4 punti percentuali, il risultato è stato mancato perché risulta inferiore alla media nazionale, da sempre incrementata per farci lavorare di più e pagarci di meno.
Tutto quanto sopra verrà tenuto nel debito conto dalla neo direzione regionale? E dalla nuova PPC? E soprattutto gli altri dirigenti in ordine sparso sul territorio sapranno prendere ad esempio questa impostazione? Anziché inseguire numeri fasulli che non portano da nessuna parte, se non al soddisfacimento del proprio ego e della propria carriera?