USB Università si schiera, senza esitazioni, al fianco degli studenti che martedì 16 hanno manifestato a Roma nei pressi della Città Universitaria, chiedendo al Senato Accademico in riunione di ripensare la propria politica culturale, ciecamente insensibile nei confronti della vile e brutale aggressione che si sta esercitando da mesi sul martoriato popolo palestinese. La protesta della componente studentesca ha insistito affinchè gli organi di governo d’Ateneo ritirassero ogni forma di collaborazione con le istituzioni sioniste.
Il Governo di Israele si sta impunemente macchiando di crimini di guerra sotto lo sguardo inebetito, quando non connivente, dell’Europa e dell’Occidente. Le Università italiane hanno il dovere di prendere netta distanza da qualsiasi genere di contributo nei confronti del genocidio in atto.
Martedì studenti, professori e personale tab hanno provato a chiedere questo, ma il loro appello è rimasto inascoltato. Lo hanno fatto con l’unico mezzo che possiedono: quello della contestazione forte, dura e determinata. Ma lo hanno fatto restando nel perimetro della legalità, evitando di occupare spazi, rispettando le procedure richieste dall’amministrazione.
La risposta delle forze dell’ordine è stata, come troppo spesso avviene, il tentativo di tacitare il dissenso con le manganellate e addirittura con il fermo di due studenti portati in questura come fossero criminali e non, invece, espressione della legittima indignazione di migliaia di giovani e meno giovani che non si rassegnano alla disinvoltura della logica del massacro, della guerra e della morte a cui la Sapienza ha deciso di adeguarsi.
USB ribadisce la ferma condanna della repressione nei confronti dei manifestanti, il sostegno alla causa del popolo palestinese e invita, una volta di più, tutti gli Atenei a recuperare il loro ruolo di polo di cultura, pace e progresso che dovrebbero svolgere.
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