Con una sentenza emessa il 28 marzo del 2024 il TAR del Lazio si è pronunciato contro l’ordinanza con la quale il ministro Salvini aveva ridotto lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale indetto da USB e da altre organizzazioni sindacali per la giornata del 15 dicembre 2023. Il TAR, con quella sentenza, annullò l’ordinanza del Ministero e condannò lo stesso al pagamento delle spese legali.
Ora, ad un anno di distanza, in condizioni analoghe e sulla base di identiche motivazioni, il ministro torna ad adottare una ordinanza che come allora impone di ridurre l’agitazione a 4 ore. Ma come un anno fa, anche in questa circostanza, Salvini scavalca l’operato della Commissione di Garanzia che ha già riconosciuto la piena legittimità dello sciopero del 13 dicembre, limitandosi a prescrivere l’esclusione del solo trasporto aereo (essendo prevista un’altra agitazione nel settore qualche giorno dopo).
Esattamente come avvenne in occasione dello sciopero del 15 dicembre 2023, l’assenza di segnalazioni da parte della Commissione lascia uno spazio di intervento molto limitato al ministro. La sentenza del TAR infatti chiarisce che “risultavano indispensabili la chiara esplicitazione delle speciali ragioni di necessità e di urgenza, relative a fatti sopravvenuti eventualmente occorsi a ridosso dell’astensione, tali da legittimare l’intervento officioso del Ministro”.
Salvini lo scorso anno non individuò alcun “fatto sopravvenuto” che potesse giustificare il suo intervento e infatti il TAR specificò nella sentenza che “nessuna adeguata indicazione in tal senso è dato rinvenire nel provvedimento avversato, in cui il Dicastero si è limitato a far riferimento a fatti e a circostanze già conosciute dalla Commissione”. Eppure, a pochi mesi da quella sentenza, come se nulla fosse, Salvini reitera lo stesso abuso, poiché anche per lo sciopero del 13 dicembre non è riuscito a proporre nessuna circostanza straordinaria che avrebbe potuto giustificare il suo intervento.
In Italia subiamo da anni una legislazione particolarmente restrittiva in materia di scioperi e abbiamo spesso lamentato interventi assai discutibili della Commissione che hanno ulteriormente ridotto spazi già molto limitati. Ora si va oltre: la Commissione non interviene e un ministro si permette di non tener conto delle indicazioni del TAR che ha chiarito in modo inequivocabile fin dove può arrivare il suo operato. La misura è colma.
Il 13 dicembre l’USB non terrà conto dell’ordinanza del ministro, perché palesemente illegittima. Lo sciopero resta confermato per tutta la giornata.
ALLEGHIAMO l’ordinanza del Ministro e la sentenza del TAR del Lazio del 28/3/2024