Il 23 dicembre scorso, alla vigilia di Natale, il solerte governo Letta ha emanato il Decreto Legge N. 145, nell’ambito del piano “Destinazione Italia”. All’interno del D.L. spicca un articolo 14, intitolato “Misure di contrasto al lavoro sommerso e irregolare”, con il quale si tenta per l’ennesima volta di mettere il guinzaglio all’attività ispettiva di enti come INPS e INAIL, in nome di un coordinamento sempre più stretto e vincolante esercitato dalle strutture nazionali e territoriali del Ministero del Lavoro.
Questi, in sintesi, i contenuti dell’articolo:
- Le sanzioni amministrative e le somme aggiuntive per lavoro irregolare e violazione norme sulla sicurezza aumentano del 30%;
- L’importo di sanzioni dovute per violazioni su orario di lavoro e ferie aumenta di dieci volte;
- I maggiori oneri derivanti dall’aumento delle sanzioni sono destinati a finanziare i processi di riorganizzazione dell’attività di Vigilanza del Ministero del Lavoro e le missioni del personale ispettivo del ministero;
- La programmazione delle verifiche ispettive di INPS e INAIL è sottoposta all’approvazione delle strutture del Ministero del Lavoro;
- Si autorizza l’assunzione di 250 ispettori presso il Ministero del Lavoro con pari riduzione del Fondo sociale per l’occupazione e la formazione;
- Si prevede la razionalizzazione dell’utilizzo del mezzo proprio per l’attività ispettiva del Ministero del Lavoro.
Se l’aumento di sanzioni e somme aggiuntive in un periodo di profonda crisi economica appare inspiegabile, la questione agli occhi dell’opinione pubblica assume connotati di vera e propria vessazione in quanto i maggiori introiti sono destinati al finanziamento dell’attività ispettiva. A quale “genio” è venuto in mente di mettere nero su bianco in un provvedimento legislativo che le missioni degli ispettori di vigilanza saranno pagate con le sanzioni comminate dagli stessi ispettori alle imprese?
Inaccettabile e da respingere nettamente è il tentativo di mettere definitivamente sotto tutela l’attività di Vigilanza di INPS e INAIL, togliendo anche l’ultimo briciolo di autonomia agli enti che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria. I vertici di questi enti assistono in silenzio a questa nuova aggressione perché nominati da quel potere politico che cancella per decreto funzioni che caratterizzano l’attività istituzionale. Così come gli stessi vertici non riescono, o più propriamente neanche ci provano, a farsi autorizzare nuove assunzioni nel profilo ispettivo o in altro profilo, cedendo invece sull’altare della spending review oltre quattromila posti di lavoro.
Abbiamo sempre sottolineato il valore sociale dell’attività di Vigilanza e denunciato la mancanza di determinazione a tutti i livelli istituzionali nella lotta all’evasione contributiva e al lavoro nero. Le scelte legislative ci confermano che non si vuole attuare una vera politica di contrasto alle illegalità. Come si fa ad assegnare al Ministero del Lavoro, notoriamente arretrato nello sviluppo dell’informatica e nella costruzione delle banche dati, la guida, il governo e il controllo dell’attività di Vigilanza di amministrazioni molto più avanzate? E’ il tentativo della politica di imporre ad ogni costo la propria supremazia, tentativo che deve essere respinto con forza e senza tentennamenti.
Per questo inviteremo le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS a scrivere a Deputati e Senatori per chiedere un cambiamento radicale dell’art. 14 prima della conversione del Decreto Legge 145 del 23 dicembre 2013. Nei prossimi giorni metteremo a disposizione il testo e le modalità d’invio della petizione al Parlamento.