Abbiamo accolto con grande perplessità le dichiarazioni di ieri del Dr. Walter Bergamaschi, rese di fronte alla Commissione Consiliare congiunta Affari istituzionali e Politiche sociali del Comune di Milano, in merito alla situazione delle RSA presenti nella città di Milano.
Innanzitutto, ci risulta che il numero totali di posti letto nelle RSA milanesi è di 8334 il che indica - in considerazione degli standard regionali per l’accreditamento - come sia sensibilmente basso il numero di 3334 lavoratori in servizio all’interno delle RSA, indicato da Bergamaschi. Si tratta di un numero che dovrebbe invece essere di poco inferiore ai 4500 e che indica, che i dati forniti non sono del corretti o che non viene rispettato lo standard regionale per l’accreditamento (già di per se molto basso). Sarebbe opportuno chiarire con maggior precisione i dati forniti, a maggior ragione in virtù del numero dei tantissimi operatori assenti per malattia e/o quarantena.
Riteniamo inoltre importante precisare che la ATS di Milano avrebbe informato di non poter più fornire i tamponi per gli ospiti alle strutture RSA e similari, come abbiamo appreso anche durante un incontro con la Dirigenza dell’ASP Golgi-Redaelli. Una criticità che, se confermata, andrebbe ad aggravare ulteriormente la drammatica situazione del sistema socio-assistenziale regionale dimostratosi estremamente fragile e che sta pagando un altissimo tributo di vite umane, anche a causa delle scelte messe in atto da chi lo ha amministrato negli ultimi anni. Infine siamo fermamente convinti che anche l’assenza di un vero controllo istituzionale sull’effettuazione della sorveglianza sanitaria per i dipendenti delle RSA, sia uno dei motivi che sta alla base dei 3045 decessi nel 39,3% delle strutture regionali, certificati dall’ISS.
Non esattamente un passaggio trascurabile che però temiamo sia mancato nella relazione del Direttore Generale dell’ATS Città Metropolitana di Milano.
USB Lombardia