L’Unione Sindacale di Base in questi tragici momenti di vero e proprio genocidio perpetrato dall’esercito israeliano a Gaza, in Cisgiordania e in tutti i territori occupati, mantiene saldo il proprio storico sostegno al fianco del popolo palestinese portando, in piena sintonia con la Federazione Sindacale Mondiale (FSM), la nostra solidarietà ai lavoratori e ai cittadini palestinesi.
Siamo parte attiva di tutte le mobilitazioni in solidarietà con la Resistenza del popolo palestinese e di lotta contro la criminale ideologia sionista, che arma l’esercito e i coloni israeliani. Sollecitiamo in questo senso tutte le nostre Federazioni locali, le strutture presenti nei posti di lavoro, i pensionati, i bisognosi di casa organizzati da Asia USB ad essere promotori e presenti in tutti i momenti di lotta al fianco della Resistenza palestinese.
Condanniamo la totale complicità del governo italiano, della UE e degli USA con Israele, indifferenti di fronte al grido disperato delle decine di migliaia di bambini, donne, anziani di Gaza uccisi e feriti nel corpo e nella psiche, ma anche di fronte ai milioni di persone che in tutto il mondo si mobilitano in solidarietà con la Palestina.
I popoli oppressi da sempre si scontrano con il doppio standard della cosiddetta “comunità internazionale”, che fa del diritto internazionale uno strumento al servizio degli interessi delle potenze euroatlantiche e NATO, per mantenere una egemonia che gli sfugge, il cui modello di sfruttamento neocoloniale si scontra con il costante consolidamento dei paesi BRICS, dei governi progressisti in America latina e in Africa, che mettono in discussione con forme e modalità diverse l’egemonia imperialista.
Prima del 7 ottobre la condizione palestinese si muoveva dentro uno scacchiere internazionale disegnato storicamente prima dal piano Balfour, rinnovato dagli accordi di Oslo, entrambi imposti al popolo palestinese, sino agli “accordi di Abramo”, che avrebbero messo una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di liberazione dal colonialismo di insediamento sionista. La Resistenza palestinese ha risposto con una operazione politico/militare trasformatasi in una vera e propria insurrezione, facendo saltare una micidiale equazione che stava portando al politicidio della causa di liberazione.
La risposta israeliana è la feroce espressione genocida al colpo subito, che si inserisce a pieno nel clima di tendenza alla guerra mondiale in atto, grazie alle continue ingerenze promosse dagli USA, dalla NATO e dalla UE in diversi scenari internazionali.
Il governo Meloni, in continuità con i precedenti, esprime solidarietà e sostegno al governo israeliano, calpestando il diritto internazionale e la nostra Carta costituzionale, soffiando così sul fuoco della guerra, dal Libano alla Siria sino al Mar Rosso, con la guida dell’operazione “aspide”, di cui il governo italiano sarà a capo, con navi da guerra inviate senza alcun mandato parlamentare.
Usb, in prima fila nella denuncia delle stragi perpetrate dall'esercito israeliano, è anche attiva nel contrasto alla guerra in Ucraina. Dall’inizio di quel conflitto ne cuore d’Europa orientale abbiamo bloccato porti ed aeroporti attuando, dove possibile, scioperi per impedire transito e partenze di navi e aerei carichi di armi.
Oggi chiediamo con forza l’immediato cessate il fuoco a Gaza e in Cisgiordania, l’incriminazione per genocidario governo di Israele, l’immediato ripristino dei finanziamenti all’UNRWA da parte degli Stati che li hanno interrotti.
Come sindacato di classe intendiamo evidenziare la relazione tra partecipazione alle guerre e attacco alle condizioni di vita dei nostri lavoratori. I salari italiani sono i più bassi tra i paesi UE, l’età per andare in pensione la più alta, i finanziamenti alla sanità pubblica diminuiscono ogni anno mentre crescono gli introiti della sanità privata e gli utili delle banche, delle aziende di armi come Leonardo e le utilities degli azionisti di ENI.
Le bandiere e i militanti dell'USB ci hanno visti e ci vedranno manifestare contro la guerra e per la piena liberazione di tutti i popoli oppressi, ieri come oggi al fianco del popolo siriano, libanese, delle popolazioni del Donbass, con il popolo e il governo cubano.
Oggi l’urgenza del genocidio perpetrato dall’esercito sionista israeliano ci impone di concentrare le nostre energie al fianco della Palestina, per l’affermazione del suo diritto ad un suo Stato Sovrano, democratico e indipendente.
Infine, indichiamo il boicottaggio verso il governo israeliano - tra le altre forme di mobilitazione - come potente strumento di lotta che dobbiamo praticare e diffondere il più possibile, non solo contro la commercializzazione dei prodotti ma anche contro le relazioni nell'ambito universitario e della ricerca, che oggi vede l'Italia tra i più importanti partner di Israele nell'ambito accademico.
I popoli in rivolta scrivono la Storia, con la Palestina sino alla vittoria!
La lotta del popolo palestinese è anche la nostra lotta
23 febbraio iniziative e scioperi, dove sarà possibile: dettagli in aggiornamento
24 febbraio manifestazione a Milano, ore 14.30 a piazzale Loreto