TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA, L’AMMINISTRAZIONE INTERVENGA
Non risulta, al momento, emanato alcun messaggio di sostegno concreto alle colleghe e ai colleghi delle zone dell’Emilia colpite da un sisma che continua a determinare profondo disagio e paura. Invitiamo l’amministrazione a portare lunedì al tavolo sindacale nazionale il testo di un messaggio con misure analoghe a quanto deciso nel 2009 per il personale INPS della regione Abruzzo (si allega messaggio), per essere presenti e tempestivi con quanti stanno vivendo una terribile esperienza fisica ed emotiva.
PIANO DELLA FORMAZIONE 2012
Prima di commentare i contenuti del Piano della formazione 2012 vorremmo si elaborasse un documento più articolato di un semplice elenco di capitoli tutti da svolgere. Quant’è la spesa per la formazione? Come viene suddivisa per le regioni? Quante ore di formazione sono previste per ciascun intervento e per quanti lavoratori? Che peso ha la docenza esterna rispetto a quella interna con riferimento alle diverse categorie di lavoratori? Quali sono stati i risultati della formazione 2011?
Non ci si può limitare ad affermare che s’interverrà su questo e su quello senza articolare queste dichiarazioni in un documento che indichi, anche se in sintesi, le finalità, le modalità formative e, a valle dell’intervento, fornire un report sui risultati conseguiti.
Ci sembra che la formazione, al pari della produttività, siano argomenti che l’amministrazione voglia sottrarre alla conoscenza del sindacato per riservarsi un’ampia autonomia decisionale e gestionale, Non sarebbe il caso di farla finita e dare modo al sindacato di esercitare pienamente il mandato contrattuale?
CIRCOLARE SULLA VIGILANZA
La bozza di circolare sul nuovo assetto organizzativo della Vigilanza non risolve le contraddizioni e le ambiguità da noi riscontrate nella Circolare 48 del 2011, in merito alla funzione della Verifica Amministrativa distinta dall’attività di Vigilanza. E’ invece utile che si faccia chiarezza per non lasciare intendere che la Verifica Amministrativa svolga una sorta di attività di intelligence per la Vigilanza, quando le funzioni, al momento, sono nettamente distinte.
La previsione di istituire una unità organizzativa “Vigilanza Ispettiva” presso le Direzioni provinciali e le Filiali di coordinamento dell’Area romana e napoletana, affidata ad un ispettore di vigilanza, può in qualche modo contribuire a tenere visibilmente distinte la Vigilanza dalla Verifica Amministrativa, ma non è sufficiente. Quello che non convince è che l’ispettore al quale viene affidata la posizione organizzativa continui a svolgere attività ispettiva. O la funzione è reale e allora l’ispettore deve svolgerla con carattere di esclusività oppure diventa solo un modo per riconoscere la posizione organizzativa ai funzionari di vigilanza. In quest’ultimo caso non saremmo assolutamente d’accordo.
La bozza di circolare riconosce finalmente ufficialmente quanto sosteniamo da tempo, e cioè che la responsabilità del procedimento e del provvedimento è in capo all’ispettore di vigilanza, che svolge l’attività in piena autonomia e responsabilità. Questo comporta le necessità di adeguare l’attuale indennità, cosa peraltro che da tempo sollecitiamo anche attraverso iniziative nazionali che hanno coinvolto il personale interessato.
Il problema è dove reperire le risorse necessarie. Abbiamo più volte sollevato la questione e proposto che l’amministrazione si faccia promotrice di un’iniziativa presso il governo per ottenere che una parte dei contributi recuperati dall’attività ispettiva sia destinata a salario accessorio, in primo luogo per gli ispettori di vigilanza e, possibilmente, per tutto il personale.
Per il 2011 è stato apportato un taglio al Fondo delle aree di 1,2 milioni di euro perché i ministeri sostengono che non si possano trasferire più risorse economiche dal Fondo delle qualifiche ad esaurimento a quello delle aree. Perché non cominciare da lì e chiedere al governo di utilizzare quelle risorse per il personale invece di mandarle in economia? L’amministrazione deve svolgere un ruolo attivo e non può limitarsi a recepire passivamente i tagli imposti dai ministeri.
Ma il dibattito sulla Vigilanza non può limitarsi alla questione economica. Prima di tutto vanno analizzati strategie e progetti che inevitabilmente incidono sulla funzione ispettiva indirizzandola in un senso o in un altro. Il crollo vertiginoso delle ispezioni non è un segnale incoraggiante. A livello centrale, ci sembra che dopo un periodo di predominio esclusivo della KPMG sull’attività di vigilanza, l’ANIV sia tornata prepotentemente a farsi sentire. Le nostre posizioni sono note da tempo: vorremmo un’amministrazione capace d’impiegare personale altamente specializzato che non risponda né alla KPMG né all’ANIV. Ci rendiamo conto che sembra sempre di più un sogno irrealizzabile perché i condizionamenti, le pressioni, diciamo anche gli interessi, portano da un’altra parte e si attacca l’asino dove vuole il padrone, perché tutti tengono famiglia.
Pur riconoscendo all’attuale Direzione Centrale Vigilanza una disponibilità sconosciuta nel recente passato, ci chiediamo perché si è arrivati in Commissione direttamente con una bozza di circolare e non si sia partiti da un “documento” di proposta organizzativa da implementare con altri aspetti. La Commissione non dovrebbe servire a mettere insieme analisi, istanze e progetti da tradurre poi in una proposta condivisa? La discussione sulla diversa collocazione funzionale del personale della Vigilanza in quale sede si dovrebbe fare? Perché è stato buttato a mare tutto il lavoro fatto nel 2007, pur con i limiti da noi evidenziati e denunciati all’epoca quando, per mancanza di coraggio o di volontà, non si arrivò alla soluzione già perseguita dall’INAIL, di collocare gli ispettori di vigilanza su due soli livelli economici, accorpando l’incomprensibile sventagliamento? A che serve istituire commissioni, osservatori e quant’altro se poi non gli si riconosce un ruolo?
LINEE GUIDA SUL PART-TIME
In attesa che l’amministrazione presenti un’informativa al tavolo sindacale nazionale su tale argomento, vale la pena di ricordare la difficoltà sempre più crescente delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS a farsi autorizzare il part-time dall’amministrazione, che respinge spesso tali istanze rifugiandosi dietro generiche esigenze di servizio e di produttività.
Il part-time deve essere concesso in modo automatico al lavoratore con l’unico vincolo del contingentamento in percentuale, che non deve, a nostro parere, essere calcolato sulla singola posizione economica ma quantomeno sull’area di appartenenza se non su tutto il personale.