Questa mattina si terrà uno degli ormai rari incontri di trattativa con l’amministrazione, all’ordine del giorno il Contratto integrativo 2011. Inutile entrare nelle dinamiche di accordi che hanno applicato la Riforma Brunetta e azzoppato il sistema di relazioni sindacali. Contratti che si limitano a certificare progetti produttivi decisi autonomamente dall’amministrazione e sui quali è di fatto impossibile esercitare un controllo. Contratti che hanno come punto di forza l’individuazione di nuove posizioni organizzative e indennità a carico della collettività dei lavoratori dell’INPS. BASTA!!!
Non vogliamo che siano i lavoratori a finanziare l’organizzazione del lavoro dell’ente. Non vogliamo più sentire parlare di compatibilità, di norme da rispettare, di vincoli di Legge, validi, guarda caso, solo e sempre per chi sta sotto e mai per chi comanda. Oltre all’applicazione piena dell’accordo triennale di programma 2010-2012, che prevede anche per il 2011 selezioni interne per il riconoscimento della crescita professionale dei lavoratori dell’ente, chiederemo che le posizioni organizzative ed eventuali nuove indennità siano messe a carico del bilancio dell’ente e chiederemo la stabilizzazione di tutto il fondo destinato ad incentivo. Sono soldi dei lavoratori e a tutti i lavoratori devono andare.
Non accettiamo di delegare all’amministrazione gli obiettivi di produttività, la loro verifica e gli eventuali tagli all’incentivo.
Per il 2010 e per il 2011 deve essere garantito il pieno incentivo a tutti. Respingiamo il nuovo sistema di misurazione della produzione che l’amministrazione vuole far partire dal 2012, perché porterà ad un aumento considerevole dei carichi di lavoro, un sistema ancora una volta deciso unilateralmente dall’amministrazione e che si vuole imporre al tavolo sindacale. NOI NON CI STIAMO.
Gli incentivi devono diventare salario garantito a tutti gli effetti e la dirigenza non deve nascondersi dietro alle eventuali inadempienze di pochi lavoratori per esercitare indebite pressioni su tutti.
RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO SALARIO. NO AGLI INCENTIVI.