Giornata infernale ieri all’INPS, dove il sistema informatico non ha funzionato per tutto il giorno. Nelle sedi gli utenti sono stati mandati a casa per l’impossibilità di fornire informazioni. In serata ancora non erano stati ripristinati i collegamenti internet. Addirittura in Direzione generale per tutto il giorno non hanno funzionato i tornelli che registrano l’accesso dei dipendenti. Questa mattina una videoconferenza è stata rinviata per non sovraccaricare la rete.
“In una riunione sindacale i vertici dell’ente hanno ipotizzato un’azione di sabotaggio da parte di personale delle società esterne – riferisce Luigi Romagnoli dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego – E’ in corso un rinnovo dei contratti e ci sono società a cui non è stato rinnovato l’appalto. A settembre oltre 350 lavoratori dovranno lasciare l’INPS, dove alcuni operano anche da diversi anni. L’Istituto farà i propri accertamenti su quanto accaduto ma se fosse confermata l’ipotesi del sabotaggio sarebbe la riprova della vulnerabilità del sistema informatico INPS, in mano alle società esterne”.
“USB chiede da anni la reinternalizzazione dell’attività informatica – incalza Romagnoli – con l’assunzione nei ruoli dell’ente di almeno parte del personale oggi alle dipendenze delle società esterne. Il servizio costerebbe di meno e funzionerebbe meglio. Ieri mattina, nel corso della riunione sindacale, abbiamo chiesto al presidente e al direttore generale di dimettersi perché quello che è accaduto ieri è solo la punta di un iceberg. Il cattivo funzionamento delle procedure va avanti da tempo, con ripercussioni negative sulla produttività e sui servizi. Anche queste disfunzioni alimentano la rabbia degli utenti, che può tradursi in manifestazioni di accesa contestazione, mettendo in pericolo la sicurezza del personale dell’ente”.