Visi lunghi e atteggiamenti dimessi, in un’atmosfera inconsueta e decisamente surreale, hanno caratterizzato dall’inizio alla fine la riunione fiume svoltasi ieri presso la sede regionale. Ed il perché è presto detto.
Dalla veloce informativa sui numerosi punti all’ordine del giorno nell’ottica della produttività imperante è emerso che, nonostante l’impegno profuso dai colleghi nel corso di tutto il 2010, gli obiettivi “prefissati” sono stati di fatto mancati per motivi che non ci è dato conoscere, considerato lo scaricabarile infinito.
Fredde tabelle, corredate da numeri incomprensibili (che peraltro avevamo già anticipato subito dopo la convocazione urgente dell’osservatorio), testimoniano la complessiva défaillance del Lazio sull’incentivo ordinario e su quello speciale. Non solo Frosinone dunque, anche se più pesantemente, è stata penalizzata in ambito regionale. Ma pure le altre sedi… Trattasi solo della punta di un iceberg. E a questo punto la domanda sorge spontanea: ma nel corso della riunione che si è svolta a metà novembre non ci era stato detto che tutto andava bene e che non ci sarebbero stati problemi sul pagamento dell’incentivo? Un silenzio assordante ha costellato le nostre richieste, a riprova di una totale inaffidabilità della direzione, mentre verifiche più puntuali ora lasciano il tempo che trovano.
Bisogna prendere coscienza di un dato inoppugnabile: sedi affossate, dirigenti promossi, neofunzionari che fanno carriera. Coi lavoratori che pagano per tutti.
Su questa base, con un personale altamente demotivato avente una età media di 53 anni, con l’assodata incapacità di molti dirigenti (ma chi li ha nominati?) e con gli adempimenti che aumentano a dismisura per i dipendenti in servizio, si è poi inserito, senza ritegno, il doloroso capitolo inerente la riorganizzazione, con la pretesa di una “nuova collaborazione” nello smantellamento dell’Istituto. Ma poiché al peggio non c’è mai fine, l’unica proposta avanzata dalla direzione regionale è stata quella di effettuare blitz e controlli senza preavviso durante la pausa mensa, per combattere presunte “irregolarità sopportate”. Uno sconcio. Il nuovo metodo Marchionne esportato all’INPS per raschiare il fondo del barile.
Doveroso per noi allora rammentare i punti cardine del totale sfacelo esistente:
- Riorganizzazione non condivisa (vedi relazione della Corte dei Conti);
- Determinazioni 140/08 e 102/09 illegittime (perché in carenza di potere);
- Lottizzazioni indecenti nella assegnazione delle posizioni organizzative.
Nel contempo, la USB ha inoltrato alla direzione regionale 3 richieste precise:
- Chiarimenti formali ed inderogabili sulla vertenza amianto presente nelle strutture dello stabile di via Amba Aradam (pronto un nuovo esposto);
- Invito a diramare convocazioni immediate, onde poter fare il punto della situazione (finora opportunamente evitate) sulla sperimentazione in atto;
- Motivazioni circa la mancata attribuzione del ticket a diversi colleghi nelle agenzie di Anagni e Sora (dove per inciso non esiste una mensa interna).
Il conclusivo richiamo all’etica, dopo tutto quel che è stato combinato nel Lazio ad opera della direzione regionale (insieme ai collaborazionisti di sempre), ci è sembrato francamente offensivo e inopportuno. E dunque rispedito al mittente.
Coordinamento regionale USB INPS Lazio