Pur non essendo presenti al tavolo sindacale nazionale per la ben nota questione legata alla nostra decisione di non sottoscrivere il contratto collettivo nazionale del 16 febbraio 2018, abbiamo raccolto informazioni ufficiali ed ufficiose sullo svolgimento dei lavori.
PASSAGGI DI AREA
Nonostante si scriva che il confronto è ancora aperto, di fatto l’accordo sulle selezioni per i passaggi di area ormai c’è, ma non sarà formalizzato in un verbale d’intesa perché i sindacati presenti al tavolo preferiscono che la responsabilità dei criteri individuati ricada unicamente sull’amministrazione. Le prove saranno, quindi, due: una scritta, sotto forma di quiz a risposta multipla ed una orale, con un colloquio con il nucleo di valutazione. I sindacati hanno chiesto di spostare al 2019 le selezioni, per poter aggiungere ai posti del 2018 (53) quelli che si renderanno disponibili nel 2019, dal momento che è tassativamente vietato dal Dipartimento della Funzione Pubblica prorogare agli anni successivi la validità delle graduatorie delle selezioni interne.
Potranno partecipare a tali selezioni solo i lavoratori in possesso almeno della laurea triennale, mentre è stato cancellato, tra i requisiti, il possesso della certificazione del livello B2 della conoscenza della lingua inglese, che diventa utile per il punteggio aggiuntivo. I test non saranno pubblicati in anticipo.
Se da una parte è positivo che si riavviino finalmente le selezioni interne per i passaggi di area, ad undici anni dagli ultimi bandi, nel merito non ci trova d’accordo la previsione del colloquio, in quanto si lascia nelle mani dell’amministrazione uno strumento di forte discrezionalità che può fare la differenza nella graduatoria finale della selezione, considerando, inoltre, che il numero di vincitori sarà molto contenuto rispetto a quanti hanno i titoli per presentare la domanda di passaggio a C1.
Inaccettabile, infine, l’assenza di passaggi a B1, segno della volontà di Boeri di non voler assumere in area B e di non voler utilizzare la graduatoria degli idonei del concorso pubblico a B1 tuttora valida fino al 31 dicembre 2018. Rimane irrisolto anche il problema dei vincitori del concorso a B1INPDAP, mai inquadrati nell’area superiore.
Non basta scaricare sull’amministrazione la scelta di soluzioni unilaterali perché non si ha il coraggio di concordare apertamente criteri che, di fatto, sono accettati in via informale. Ci vorrebbero meno dichiarazioni roboanti e più fatti concreti, meno volantini e più iniziative di lotta.
CONTRATTO INTEGRATIVO INPS 2018
Quello di quest’anno non è un contratto integrativo qualunque, perché con l’accordo INPS si recepiscono tutte le novità normative presenti nel contratto collettivo nazionale del 16 febbraio 2018.
Abbiamo appreso che non c’è intenzione di bandire selezioni per i passaggi economici ad A3 e B3, per cui sarà rinviato ancora di un anno quell’obiettivo minimo che avevamo indicato da tempo e che avrebbe almeno raggruppato su un unico livello economico i lavoratori delle Aree A e B. Una scelta incomprensibile, dal momento che tutti si riempiono la bocca parlando delle Aree A e B ma al tavolo non muovono un dito per ottenere risultati concreti per i mansionisti. Saranno invece bandite le selezioni di recupero per chi non ha potuto partecipare ai bandi 2016 o non ha superato le prove selettive.
Per quanto riguarda la maggiorazione del TEP di 60 e 65 euro mensili per i lavoratori delle Aree A e B proposta dalla USB, al momento sembra che sia ancora al livello di valutazione dei costi che tale decisione avrebbe sul fondo. Quando c’è da riconoscere qualcosa agli A e B entrano sempre in ballo i costi, quando invece aumenta la spesa per le posizioni organizzative o per le indennità allora una soluzione la si trova sempre. Si va sempre a senso unico e sarebbe ora di finirla.
A proposito di posizioni organizzative, abbiamo saputo che è intenzione dell’amministrazione ridurle di numero per incrementare il loro valore economico. Qui torna in ballo la vecchia questione del finanziamento dell’organizzazione del lavoro dell’Istituto: sono anni che chiediamo che le posizioni organizzative siano finanziate con le risorse del bilancio dell’INPS e gli altri sindacati mettono da sempre un veto su questa soluzione. Quando abbiamo discusso all’Aran del rinnovo del contratto collettivo, i sindacati che hanno sottoscritto l’accordo hanno voluto lasciare immutata la previsione di finanziamento delle posizioni organizzative con le risorse del fondo. E’ un tema che va ripreso trovando soluzioni che non tocchino i soldi soprattutto dei livelli più bassi.
Per quanto riguarda la richiesta della USB di ripristinare il valore intero del TEP, adeguandolo al livello economico rivestito a seguito delle selezioni 2016/2017, ci risulta che l’amministrazione sia favorevole a ripristinare per intero il vecchio TEP, rinviando l’adeguamento al 2019. Riteniamo che l’operazione debba invece essere conclusa nel suo complesso nel 2018.
Queste sono alcune delle questioni in discussione al tavolo sindacale per la definizione del contratto integrativo 2018: prestiamo tutti la massima attenzione su quanto sarà deciso.