Già da un pezzo la USB contesta le scelte autoritarie e unilaterali che l’amministrazione assume in merito all’adozione di provvedimenti che comportano gravissime ripercussioni nei confronti dei dipendenti, con modalità che dire inaccettabili risulta ormai un semplice eufemismo.
L’ultima è quella relativa alla “rettifica dell’iscrizione alla cassa pensionistica” piombata nella posta elettronica dei colleghi arrivati in INPS con mobilità volontaria.
Una comunicazione confusa e pasticciata con la quale, richiamando il decreto legislativo n. 80 del 31 marzo 1998, l’amministrazione prevede la costituzione di una nuova posizione assicurativa nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti dell’INPS a decorrere dalla data d’ingresso nell’ente, mentre per i periodi precedenti si prospettano soluzioni poco chiare e diversificate a seconda della posizione assicurativa del singolo lavoratore.
L’impatto di tale modifica potrebbe risultare pesantissimo, a partire da chi è ormai prossimo al pensionamento, visto che ci potrebbe essere un conguaglio (a credito ma anche a debito) derivante dal differenziale delle aliquote contributive versate.
Eppure, di fronte a questa rivoluzione l’amministrazione non ha sentito il dovere di dare una benché minima informativa preventiva né ai colleghi né, tanto meno, alle organizzazioni sindacali, confermando che anche all’INPS si vuole “cambiare verso” e applicare le linee di comportamento del governo Renzi, cancellando il ruolo del sindacato e rivolgendosi direttamente ai lavoratori, per giunta con modalità discutibili, attraverso un messaggio in posta elettronica non firmato, proveniente da info.cassapensioni@inps.it, generico indirizzo mail non meglio precisato, privo di qualsiasi riscontro protocollare.
Inoltre, come se non bastasse la confusione sulla posizione assicurativa, il messaggio ne aggiunge un’altra, comunicando l’immediata cancellazione dell’iscrizione alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie. Ad alcuni lavoratori si dà la possibilità di iscriversi nuovamente in una fase successiva, per ripristinare il versamento del contributo dello 0,35% al Fondo Credito. Sfugge la ratio di tale modo di procedere.
Siamo convinti che i lavoratori dell’INPS ne abbiano abbastanza e che questa comunicazione della “rettifica unilaterale dell’iscrizione alla cassa pensionistica” possa rappresentare la goccia che faccia traboccare il vaso, convincendo anche i più dubbiosi che, insieme con la USB, è necessario passare al conflitto per riappropriarsi dei propri diritti e della propria dignità, troppo facilmente calpestati dall’Amministrazione e svenduti sull’altare, o meglio sulle bancarelle di quei sindacati che hanno da tempo perso funzione.
La USB, da subito, metterà in campo tutte le iniziative che si renderanno necessarie.