Lo scandaloso accordo siglato ieri presso la direzione regionale ancora su tavoli separati per espressa volontà della casta (che non sapendo probabilmente fare altro si ostina ad esercitare il miserevole ruolo della cinghia di trasmissione dei soliti diktat dell’amministrazione) rappresenta senza il minimo dubbio la goccia che ora ha fatto definitivamente traboccare il vaso. Ma procediamo con ordine.
Non essendo riuscita a colmare neppure in parte (com’era facile prevedere, del resto) le carenze delle sedi aventi maggiori criticità con il bando precedente ed avendo la necessità di attestare l’organico non oltre la soglia del 7% del totale Lazio, la direzione regionale ha pensato bene di rimettere tutto in discussione e di individuare un nuovo fabbisogno ipotetico di 35 unità lavorative inizialmente previste nell’area metropolitana e presso l’Agenzia complessa di Civitavecchia.
Specificando questa volta l’importo dell’indennità una tantum da corrispondere, per una permanenza minima di tre anni nella sede, rispettivamente in € 2.500 e 3.500 al lordo degli oneri fiscali e previdenziali. Insomma un’esca comunque.
L’amministrazione ha inoltre ipotizzato l’accentramento in sede regionale di tre progetti in corso d’opera (con i risvolti ancora da definire), riguardanti gli illeciti penali, gli indebiti pensionistici e l’erogazione dei mutui al pubblico dipendente.
Tenendo nel debito conto determinazioni, circolari e messaggi, abbiamo subito riproposto che questa nuova mobilità indennizzata riguardasse prioritariamente i colleghi delle aree A e B, ipotizzando nella fattispecie per loro l’applicazione di un parametro rovesciato. Una sorta di pregiudiziale politica che doverosamente ha posto nella giusta attenzione di tutti la situazione dei discriminati di sempre.
Dopo il necessario chiarimento su alcune modifiche apportate all’organigramma della direzione regionale Lazio riguardanti i 28 colleghi informatici e le strutture ex INPDAP di Anagni e di Monteporzio Catone (rispetto al prospetto consegnato appena una settimana fa alle OOSS) le notizie provenienti dall’altro tavolo, con la contestualità in bilico “Tanto non firmate”, ci lasciavano letteralmente allibiti.
Infatti non soltanto la richiesta USB di restringere le possibilità di questa nuova mobilità incentivata alle aree più basse non trovava il supporto pure auspicato, ma addirittura veniva modificato il numero dei posti da 5 a 4 “indicativi” (???) e misteriosamente esteso il bando anche alle direzioni provinciali integrate.
Tutto ciò senza ricevere precise rassicurazioni sulla effettiva disponibilità del budget. Con tanti saluti alla trasparenza ed a quanti hanno partecipato al procedimento di mobilità relativo al bando precedente, senza peraltro beccare un solo euro!!!
Su questa base e considerate le premesse, abbiamo ritenuto che non ci fossero più le condizioni per sottoscrivere un accordo poco chiaro e molto controverso, del quale altri si assumeranno la responsabilità. Magari propagandandolo come “evento dell’anno”, in realtà solo carta straccia come già nel caso di Fiumicino.
Perché queste organizzazioni sul tavolo regionale continuino ad andare sempre a braccetto con la direzione non è ormai più un mistero per nessuno, del resto hanno tristemente bisogno le une dell’altra e viceversa per sopravvivere.
Con il grande risultato di soddisfare clientele sempre più esigue a danno dei Lavoratori…