Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Lazio

IMPEDIRE LO SCEMPIO

Roma,

Comunicato n. 19/14

Il presidio svoltosi stamane presso la Direzione Generale per protestare contro la cementificazione a tappeto della zona sud nel territorio di Agro Romano, tra Santa Maria delle Mole e Frattocchie, ha riportato l’attenzione su di un progetto di vera e propria devastazione ambientale che rischiava di passare inosservato.

La società Idea Fimit (purtroppo sempre la stessa) partecipata nella misura del 30% dall’INPS ha infatti sottoscritto un accordo progettuale con la “Eco Village” che prevede un milione di metri cubi di cemento ed oltre 15.000 nuovi abitanti, i quali andrebbero di fatto a raddoppiare la popolazione ivi residente.

Senza considerare la distruzione già pianificata di centinaia e centinaia di ettari di verde, ricco di storia, reperti archeologici, falde acquifere e bellezze naturali. Il top è dato dal fatto che i terreni in questione sono a destinazione artigianale, ciò a causa della sciagurata modifica al Piano Regolatore del 2004 che ne mutò l’originale destinazione agricola, ma comunque estranei a qualsivoglia progetto di natura edilizia. Giusto per chiarire.

Velo pietoso sui giochi politici successivi, scientificamente elaborati grazie pure alla ex governatrice del Lazio, per trarre i numerosi benefici che tutti possiamo immaginare da un affare appetitoso che ammonta quasi ad un miliardo di euro.

Un’idea di sviluppo francamente da rigettare perché va contro le esigenze della popolazione bisognosa di servizi essenziali (come sanità, istruzione e trasporti) lungi dagli squallidi profitti, nonché da biechi interessi speculativi dei soliti noti. Così come non è una novità che i soggetti privati si fanno forti di questi accordi come garanzia di concessione dei prestiti dalle banche soltanto per i loro affari.

Va inoltre ricordato che l’accordo di cui sopra siglato il 31 luglio scorso prevede che esso sia invalidato nel caso ci siano questioni legali pendenti. E di ricorsi al momento ce ne sono ben 7 a partire da quelli depositati presso il TAR del Lazio tramite lo studio legale che supporta le varie iniziative dell’assemblea cittadina.

Dall’incontro odierno tra la segreteria del direttore generale e gli esponenti del comitato contro la cementificazione e la speculazione edilizia è emerso che, già dal novembre scorso, l’amministrazione INPS aveva ritenuto questa operazione non accettabile anche dal punto di vista economico, dichiarandolo formalmente nonostante le pressioni dell’ex presidente Mastrapasqua.

Una posizione chiara e trasparente ribadita anche nello scorso mese di febbraio quando, su precisa sollecitazione, la direzione generale ha confermato che non c’è alcun ripensamento nel merito e dunque la vicenda può definirsi “conclusa”.

Questo certamente potrebbe non bastare, perché gli interessi oggi sono enormi e Idea Fimit sembra avere tutta l’intenzione di procedere comunque (in spregio ai vincoli e alla normativa vigente), mentre già si vocifera di un possibile inizio dei lavori nella prossima estate da parte di “Eco Village”, in barba ai cittadini!!!

Pur con altri fondi e senza immobili dell’INPS, resta ovviamente una operazione a fini di lucro sulla quale non basta più vigilare, ma decisamente da contrastare perché senza nessuna finalità sociale. A patto che si voglia realmente impedire questo scempio programmato del territorio, contiguo al Parco dell’Appia Antica.  

 

Coordinamento regionale USB INPS Lazio

 

 

* * *

 

 

TIVOLI - SOS: ORA STIAMO AFFOGANDO

Dopo un giro di valzer tra le stanze ed i corridoi enormi, scintillanti e rimessi a nuovo per l’occasione, dopo una sfavillante inaugurazione e la santa benedizione, siamo passati ad un tango con i nostri colleghi di Guidonia, catapultati dalle ore 15,14 del 13 dicembre scorso in fretta e furia in quel di Tivoli.

In sede abbiamo allora fatto di necessità virtù, perché ovviamente sono stati ristretti gli spazi, sono state occupate le poche stanze libere, la sala riunioni ed il corridoio di passaggio tra gli uffici e la direzione, aggiungendo scrivanie là dove non si potevano nemmeno immaginare. 

Ma tutto sommato stavamo ancora ballando, avendo comunque la consapevolezza di condividere spazi, lavoro e idee in un progetto nuovo con un organico rafforzato. Non immaginavamo certo che, di lì a poco, la situazione potesse precipitare di colpo.

Il 15 aprile scorso, infatti, la direzione regionale ci ha comunicato improvvisamente che l’agenzia di Guidonia cessava di essere operativa, a soli 2 giorni di distanza dalla visita della vice direttrice della sede metropolitana che, al contrario, ci aveva appena assicurato un’integrazione step by step!!!

Allora abbiamo iniziato a nuotare lentamente nell’Aniene, arrancando di boa in boa tra procedure non funzionanti, abilitazioni non riuscite e quel che più lascia perplessi con il solito “scarico” delle responsabilità: la direzione regionale ha ORDINATO, poi  la DCSIT ha ESEGUITO accorpando  il 7099 al 7091 ed alla Ponzio Pilato comunica che forse la direzione locale (?) non ha fatto tutto quello che doveva fare. Senza contare il funzionario procedurista che SENTENZIA, per far sì che le disoccupazioni vengano erogate senza problemi dal prossimo mese di maggio, che tutto deve tornare come prima con la riapertura del 7099. Ora, stiamo decisamente arrancando nei gorghi!!!

In questo delicato frangente si sovrappone la situazione dei colleghi delle aree A e B.

Se infatti già da 9 mesi gli Irregolari di Monteverde portano avanti la loro battaglia, qui la situazione è decisamente differente, perché i colleghi inquadrati nell’area C, i cosiddetti funzionari (che per inciso fino a ieri COLLABORAVANO e CONDIVIDEVANO lo stesso lavoro con i colleghi “subalterni”) oggi si dichiarano VINTI. Ed il motivo è fin troppo semplice da comprendere se si considera l’organico complessivo della nostra agenzia territoriale in tutte le sue componenti.    

Infatti l’effettiva esclusione dai servizi di ben 9 colleghi di area A e l’estromissione da alcuni processi di altri 9 colleghi dell’area B (per un totale di ben 18 unità sulle 34 operative), l’aggiunta in questo momento inopportuna di uno sportello ex INPDAP e lo sdoppiamento dello sportello assicurato pensionato con gli invalidi civili, sancisce la nostra situazione di crisi. Con il rischio concreto per tutti, questa volta, di affogare.

Non resta che una sola domanda da porre, anzi da riproporre, all’amministrazione:   

chi della dirigenza, in tutta coscienza, si sente di lasciare la capitale e venire in prima linea il prossimo 2 maggio, per raccontare all’utenza che ci sono problemi per i quali oggi non possiamo pagare la disoccupazione? Chi viene ad affrontare gli invalidi civili in quanto noi non abbiamo la preparazione idonea per sostituire le nostre 3 colleghe (per giunta di area A) che da sole portano avanti il loro lavoro, fornendo peraltro un fattivo sostegno alle altre sedi? E, più in generale, chi ci potrà difendere fisicamente dall’assalto del pubblico???

Una cocente delusione, frammista a tanta amarezza: è questo il sentimento che oggi  pervade i lavoratori della nostra agenzia. Orgogliosi fino a ieri di lavorare per un Ente che era un fiore all’occhiello della PA, altamente informatizzato e con professionalità acquisite notevoli, pronti sempre a collaborare e a condividere esperienze lavorative e formative, attenti e solleciti nell’accogliere un’utenza sempre più agguerrita.     

Oggi tutto è cambiato: con questa disorganizzazione è sicuramente difficile ritrovare la motivazione e l’orgoglio di essere lavoratori dell’INPS.

 

Tivoli, 30 aprile 2014.                                                    I Lavoratori di Tivoli