Non c’è stata solo contrapposizione alla Riforma Brunetta o il desiderio di esprimere una netta posizione di condanna sulla politica attuata dal governo verso il pubblico impiego. Lo sciopero del 3 luglio all’INPS ha evidenziato un profondo malessere per le condizioni di lavoro, per organici sempre più contratti e per un aumento insostenibile dei carichi di lavoro.
Abbiamo più volte ripetuto, in queste settimane, che le sedi stanno scoppiando, che i lavoratori, attraverso le assemblee ed altre iniziative, stanno cercando di trasmettere un segnale di disagio che tuttavia non viene raccolto. Invece di inseguire il governo sul piano dell’immagine, ampliando in modo generalizzato l’orario di apertura degli sportelli, l’amministrazione dovrebbe preoccuparsi del funzionamento effettivo delle sedi, della mancanza di personale e del mansionismo diventato di fatto obbligatorio, problemi che non si risolvono con una manciata di ore di straordinario.
L’adesione massiccia allo sciopero del 3 luglio da parte dei lavoratori della sede di Roma Ostia e di altre sedi, è il segnale che il malessere di cui parliamo è reale e si esprime al di là degli schieramenti di parte, al di là del periodo non propriamente adatto a scioperi partecipati. Neutralizzati i dati degli assenti a vario titolo, il 66,67% del personale in servizio della sede di Roma Ostia ha aderito allo sciopero indetto dalla RdB-CUB insieme a Cobas e SdL. Altri picchi di partecipazione sono stati registrati alle sedi di: Pinerolo 54,24 – Moncalieri 51,43 – Torino Nord 46,67 – Roma Aurelio 43,94 – Roma Eur 42,50 – Lucca 41,03. Molte le sedi che hanno registrato un’adesione allo sciopero che va dal 20 al 40%, ma per comodità le riportiamo in un elenco allegato a questo comunicato. Diversi gli uffici rimasti chiusi al pubblico o funzionanti in forma ridotta.
Stiamo parlando tuttavia di dati provvisori, perché ancora non ci sono stati forniti quelli relativi a gran parte delle sedi della Campania, ad alcune sedi del Lazio ed a molti uffici della Direzione Generale. Anche se parziale, il dato relativo alla partecipazione allo sciopero ed alle iniziative di piazza organizzate in molte città è assolutamente positivo, considerate le assenze per ferie anche di molti delegati della RdB-CUB. Significativo, in questo senso, il dato delle assenze a vario titolo, che ha registrato un comprensibile incremento rispetto allo sciopero del 17 ottobre di 2.500 unità e tra queste non è da escludere che una parte il 3 luglio avrebbe scioperato con i sindacati di base.
Dopo otto mesi di stallo, i ministri Tremonti e Brunetta hanno firmato il Decreto che riguarda gli incentivi a ridosso dello sciopero generale del pubblico impiego indetto dai sindacati di base. La si può raccontare come si vuole, ma questi sono i fatti, il resto è propaganda e fumo negli occhi. Sono sempre di più i lavoratori dell’INPS che tolgono la delega in bianco lasciata per troppi anni nelle mani di sindacati corrotti, complici degli interessi di Confindustria, per tornare a decidere in prima persona il proprio futuro.
DICIAMO BASTA AGLI INCENTIVI
RICOSTRUIAMO L’UNITA’ DEI LAVORATORI
PRETENDIAMO TUTTO IL SALARIO SULLO STIPENDIO TABELLARE